L’omicida del marito Alfio Longo dopo la condanna a 12 anni, firma il ricorso in Cassazione. Per adesso ritarda l’ingresso in carcere
Omicidio delle Vigne di Biancavilla: Enza Ingrassia, condannata a 12 anni di carcere in secondo grado con l’accusa di avere ucciso il marito, Alfio Longo, ricorre in Cassazione. L’istanza è stata presentata dalla signora Ingrassia stessa, ai Carabinieri di Mascalucia, comune nel quale la 67enne biancavillese si trova agli arresti domiciliari presso una Comunità Terapeutica Assistita, e segue la condanna a 12 anni inflitta dalla Corte d’Assise d’Appello del Tribunale di Catania il 26 giugno scorso. In primo grado, il 21 febbraio 2017, Enza Ingrassia venne condannata a 14 anni, ottenendo in appello uno sconto di 2 anni. Adesso il Tribunale valuterà l’ammissibilità del ricorso, alla luce della recente riforma Orlando. L’istanza, comunque, ritarderà l’ingresso in carcere della signora.
L’omicidio di Alfio Longo, elettricista in pensione di 67 anni, avvenne la notte del 27 agosto del 2015 in una villetta delle Vigne di Biancavilla. Dapprima Enza Ingrassia disse che ad uccidere il marito fu una banda di rapinatori che l’uomo riconobbe. In seguito, messa alle strette dagli inquirenti ai quali il racconto apparve incongruente, ammise le proprie responsabilità e confessò di aver ucciso il congiunto con un tralcio di legno, lo stesso con cui Alfio Longo l’aveva picchiata poche ore prima. La donna raccontò anche 40 anni di vessazioni e violenze subite dal marito, l’ultima delle quali mosse la sua mano che colpì mortalmente nel sonno il 67enne. Per la cronaca, nella villetta delle Vigne, vennero ritrovati una pistola risultata rubata, un fucile calibro 12, una ventina di piante di marijuana, nascoste nella vigna e altre essiccate in mansarda.