Alla Biblioteca comunale “G. B. Nicolosi” la storia del Medioevo e l’importanza del Mediterraneo nella storia della civiltà
Il nesso Mediterraneo Islam. Mediterraneo e storia. Il ruolo di “una pianura liquida” che ha fatto e continua a fare la storia dell’umanità al centro di un incontro nella biblioteca comunale “G. B. Nicolosi” di Paternò. Presenti al convegno l’assessore comunale alla Cultura, Valentina Campisano, il saggista e studioso del mondo mediterraneo Carlo Ruta, l’archeologo Massimo Frasca, la docente, giornalista e animatrice culturale Pina D’Alatri.
Tanti i temi approfonditi con precisone come quello della conservazione dei rinvenimenti archeologici, sulle scoperte storiche e paleontologiche che raccontano l’evoluzione della civiltà. Molti i falsi miti che vanno sfatati intorno ai reparti come spiega l’archeologo Frasca: «Si enfatizza sul mistero della scoperta, ma in realtà l’archeologia è fatica, pazienza. Quest’aspetto è importantissimo soprattutto per i rinvenimenti subacquei, che non devono far sentire svincolati dai limiti delle acque territoriali, bisogna lasciare tutto dov’è magari trasformando in museo il luogo del rinvenimento».
Gli argomenti esposti sono stati desunti dal libro “In viaggio tra Mediterraneo e storia” (Edizioni di storia e studi sociali) un libro scritto da Carlo Ruta e Sebastiano Tusa, un testo che promette di essere illuminante sull’importanza del Mediterraneo nella storia e sulla comprensione del presente, e ancora sul rapporto tra Islam e Cristianità.
«Il libro nasce da alcune considerazioni. Il Mediterraneo – spiega lo storico Ruta – è un mare che ha diviso, ha generato conflitti. È anche un mare che ha creato, profonde relazioni. Il mare che divide ha costituito la base di gran parte della storiografia moderna e contemporanea. Del Mediterraneo che crea relazioni, si è approfondito poco, la storiografia ha tenuto un approccio di basso profilo, si è pensato che i grandi eventi sono quelli che fanno la storia. Dobbiamo puntare in maniera essenziale a questo Mediterraneo che ha creato relazioni anche nei periodi difficili, nei periodi bellici».
Sembra quasi un auspicio per il presente, un invito a comprendere meglio le dinamiche complesse di un mare, in questo arduo momento storico, che in sintonia al ritmo indomito delle onde talvolta accoglie talaltra respinge, al di là dell’intervento umano.
Una rotta quella mediterranea che ha consentito di intessere rapporti commerciali e di conseguenza politici e civili, nel periodo di massimo splendore delle città marinare, o nel ruolo strategico di interlocuzione fra i popoli svolto dai mercanti.
Ruta si è soffermato sulle fulgide figure del Medioevo, un’epoca, non sempre buia, che ha avuto in ogni caso un «cielo stellato». Spiccano personaggi come Federico II e San Francesco D’Assisi, entrambi promotori di una strategia politica (il primo nella VI crociata e il secondo nella V) di dialogo, di diplomazia, stabilendo contatti con il sultano d’Egitto. «Federico II ha avuto anche la scomunica – specifica Ruta – rispetto a questo fatto, però ha dato un messaggio chiaro: i contenziosi si possono risolvere non solo con le armi ma anche con il dialogo».
Un’occasione per meditare, per confrontarsi su questioni narranti qualcosa che è sempre attuale sulle relazioni umane, sull’interculturalità. Un’opportunità di confronto e conoscenza, tuttavia non compresa dai paternesi. Molte erano, infatti, le sedie vuote all’interno della biblioteca. Un gesto di scortesia verso degli studiosi, che abitualmente mettendo a disposizione di molti le loro conoscenze, e una volta giunti a Paternò, si sono ritrovati con un numero sparuto di astanti. Probabile sintomo della mancanza di volontà di crescita culturale che la città, talvolta, esprime.