Inaugurazione con la conferenza “La santità cristiana tra martirio, ascesi e monastero”
Si è svolta, ieri 27 aprile, presso Palazzo Bianchi di Adrano, la prima iniziativa del “Mese della cultura”, interamente dedicato al patrono san Nicolò Politi nel 900° anniversario della nascita, a cura di Rossana Barcellona, professore associato di Storia del cristianesimo e delle chiese nel Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania. La conferenza, denominata “La santità cristiana tra martirio, ascesi e monastero”, è stata basata sulle origini storiche e religiose della santità, che getta le sue profonde radici in epoca precristiana. Il termine “santità” – ha spiegato la docente – designa il “luogo” di contatto fra realtà naturale e sfera soprannaturale ed è riscontrabile in diverse dimensioni , quali spirituale, religiosa, sociale, istituzionale e politica.
La relatrice ha suddiviso in due tipologie gli uomini santi ed ha chiarito i motivi per cui lo si diventa: da una parte i martiri, che hanno testimoniato la fede in Gesù fino all’effusione del sangue e che divennero dunque santi grazie alla loro morte; dall’altra l’asceta o il monaco, di cui fa parte san Nicolò Politi, che diviene santo per la vita che ha svolto.
L’ascetico tendenzialmente si distacca dal contesto umano e ha una rottura non solo verso la società globale, ma anche verso la chiesa secolarizzata. Gli ascetici in origine non avevano una vera regola, ma seguivano gli esempi dalle Sacre scritture, per avere delle norme ufficiali si dovrà attendere il VI secolo con la “Regula magistri” e la” Regula benedicti”. San Nicolò Politi è stato dunque definito un santo ascetico ed eremita, parte del monachesimo greco-bizantino, e in parte come un uomo anarchico, così ha concluso l’incontro la professoressa Barcellona.