A pochi metri dall’area di raccolta, gli sporcaccioni continuano ad abbandonare rifiuti nell’ambiente
“Una politica che ci sta portando inesorabilmente verso il baratro e che ha le sembianze di un curatore fallimentare”. Parole che hanno il suono di un attacco a gamba tesa – anzi tesissima – nei confronti dell’amministrazione comunale adranita con a capo Angelo D’Agate, quelle che sono state pronunciate ieri nel civico consesso e pubblicate oggi in un post sul profilo personale del consigliere Agatino Scardina a corredo di alcune fotografie. Elemento di dissenso che ha portato all’interrogazione consiliare porta in aula, l’Ecopunto della zona vigne di Adrano fortemente voluto dall’assessore all’ambiente Vincenzo Lucifora. Un punto di raccolta rifiuti che avrebbe dovuto ovviare all’abbandono selvaggio di immondizia – riducendo la formazione di microdiscariche a cielo aperto – che si sarebbe dovuto aprire entro luglio ma che ha visto la luce solamente nel mese di settembre.
Un Eco-fallimento, diremmo noi, considerata l’inciviltà dilagante che pullula nel comprensorio che non accenna a diminuire. Basta infatti percorrere qualche tornante dall’Ecopunto per imbattersi in discariche di rifiuti di ogni genere. Sacchi neri di indifferenziata, porte in legno, un divano, materiale di risulta edile sono solo alcuni dei rifiuti che inzozzano il territorio alle pendici dell’Etna
“L’Ecopunto” viene definito dallo stesso Scardina come qualcosa che “somiglia più ai residui di un cantiere abbandonato” o addirittura viene paragonato dal consigliere ad un luogo frutto “del passaggio di un evento bellico”. Un post che parla anche del concetto di “bellezza inesistente” in una zona dichiarata dall’Unesco patrimonio mondiale dell’umanità. “La bellezza di una eredità secolare che ci siamo ritrovati,” continua Scardina “che fa da contraltare alla bruttezza delle trasformazioni che gli stiamo imponendo, per sciatteria o semplicemente per incompetenza, sacrificando all’altare della “spending review” o della più nostrana “soldi non ce ne sono” l’unico bene che forse ci potrà ancora salvare”.
Parole certamente forti anche quelle presenti nella parte conclusiva dell’interrogazione – che l’amministrazione non si aspetterebbe certamente da un consigliere che fino ad oggi ha sostenuto il sindaco D’Agate, nonostante il cambio di casacca -, con un richiamo a tutti affinché l’indignazione porti ad un riscatto mirato alla difesa di questa bellezza, evitando di “lasciare all’ottusità di una politica che ci sta togliendo pure l’anima la gestione delle nostre vite, del nostro futuro”.
Che sia questo il preludio di una variazione degli assetti consiliari iniziata già lo scorso settembre, quando i consiglieri Scardina (ex Patto per Adrano) e Rosario Caruso (ex Città Nostra) lasciarono i propri gruppi di appartenenza per fondare il gruppo “Uniti per Adrano”? O forse, si potrebbe trattare di una “indigestione” all’interno di una parte della maggioranza, frutto di malcontento sui nomi dei due nuovi assessori che lunedì dovrebbero già giurare?
Domande, quelle nostre, frutto di una situazione d’aula vacillante palesatasi già sin dai primi momenti di questa legislatura. Vicenda politica che ha i tratti di una rottura già consumata, che potrebbe essere discussa nei prossimi giorni all’interno delle segrete stanze del palazzo di città, in un faccia a faccia tra i vari protagonisti all’interno di un incontro che – secondo indiscrezioni – potrebbe già avvenire nei primissimi giorni della prossima settimana.