L’onorevole Ars Giovanni Bulla è pronto ad indossare nuovamente la casacca verde da leghista? È questo il quesito che sorge spontaneo dopo la pubblicazione della notizia da parte della testata online Livesicilia che riporta l’indiscrezione che l’adranita Giovanni Bulla – attualmente in forza tra le file dell’Udc -, con tanto di valigie in mano, sarebbe “tentato” di saltare sul Carro(ccio) di Matteo Salvini. Una voce, questa, che si sarebbe diffusa già all’interno delle stanze del potere regionale e che darebbe la cosa come “fatta” (leggi l’articolo di Livesicilia). Tra l’altro, si parlerebbe anche di diverse interlocuzioni che Bulla avrebbe intrattenuto sia con i vertici della Lega sia con quelli di Forza Italia.
La notizia, giunge all’indomani dell’ancora più clamoroso passaggio al partito di Salvini di “mister 32 mila preferenze” – Luca Sammartino – e della sua compagna Valeria Sudano, che di fatto hanno rottamato il loro leader nazionale Matteo Renzi abbandonando Italia Viva. In tanti, nel frattempo, vedrebbero la mossa politica dell’Onorevole adranita, come un tentativo per cercare di costruire una campagna elettorale forte per le Elezioni Amministrative del prossimo 10 ottobre. Di certo, tra i nomi dei probabili candidati a primo cittadini che circolano sempre più insistenti in città c’è quello del suo delfino Carmelo Pellegriti, che starebbe già stringendo alleanze “urbi et orbi” con diversi gruppi politici adraniti.
La volontà di transitare dall’Udc alla Lega, comunque, per l’onorevole e medico adranita Giovanni Bulla, non sarebbe fatto nuovo. Già nel mese di gennaio dello scorso anno Giovanni Bulla aveva manifestato la volontà di saltare la barricata, per fare poi dietrofront qualche mese dopo, facendo sapere che scendeva dal Carroccio per rimanere tra le fila dello scudo crociato. Bulla, politicamente, le ha passate un po’ tutte, ma il vero exploit lo si ebbe nel 1997 nelle amministrative che videro l’ex maresciallo della Guardia di Finanza Fabio Mancuso fare la sua comparsa nel campo politico con il sostengo al candidato sindaco civico Angelo Pignataro. In quell’occasione Pignataro non ebbe la meglio e Mancuso fu solo consigliere comunale. Il riscatto arrivò poi alle comunali del 2000, quando Fabio Mancuso venne eletto sindaco. Da lì la cavalcata trionfale sino all’elezione all’Ars del dottore Bulla.
Poi, impossibilitato a ricandidarsi per la poltrona di primo cittadino, nel 2008 Mancuso mandò avanti Giovanni Bulla che dopo una quasi vittoria al primo turno, dovette incassare una sconfitta rovinosa al ballottaggio. Nel mirino finì un comizio tenuto da Mancuso e da Bulla nella centralissima piazza Umberto, in cui i due ostentarono la boria dei vincitori senza “passare dal via”. Un riscatto che avvenne poi molti anni dopo, nel 2017, quando lo stesso Mancuso puntò ancora su Bulla che, con oltre 5 mila voti, incassò il pass per Sala D’Ercole in quota Udc.
Nel maggio dello scorso anno, dopo il rientro in casa Udc dalla breve esperienza “padana”, Bulla dichiarò, attraverso un comunicato, che non rinnegava l’esperienza nella Lega, ma che quello era un mondo troppo lontano dalla sua cultura politica. L’Udc invece è, al netto di qualche incomprensione passata, un punto di riferimento per i moderati. Dunque, anche questa volta, l’onorevole e dottore siculo-padano Giovanni Bulla deciderà di indossare la camicia verde – tosto svestirla dopo qualche mese – o manterrà la coppola siciliana? Lo scopriremo nelle prossime puntate.