La famiglia della vittima voleva vendicarsi ma gli arresti nelle operazioni “Garden”, “Onda d’Urto” e “Città Blindata” lo hanno impedito
I pentiti parlano e inizia a farsi una fioca luce sui delitti di mafia che riguardano il gruppo “Mazzaglia-Toscano-Tomasello” di Biancavilla considerato articolazione della famiglia catanese di cosa nostra “Santapaola-Ercolano”. C’è un indagato per l’omicidio di Alfredo Maglia – che gli inquirenti ritengono appartenesse allo stesso clan – avvenuto ad Adrano il 29 ottobre del 2018, quando Maglia venne crivellato di colpi all’interno del suo garage mentre si trovava dentro una minicar.
Indicato come responsabile dell’eliminazione il 50enne Alfio Ambrogio Monforte, dello stesso gruppo mafioso, al quale i Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Paternò, la Squadra Mobile – Sezione Criminalità Organizzata della Questura di Catania ed il Commissariato di Adrano – hanno notificato una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. Monforte si trova detenuto nella casa circondariale di Terni.
All’indagato è stato contestato il reato di omicidio pluriaggravato con l’aggravante di avere agito con la finalità di rafforzare gli interessi criminali della consorteria mafiosa di appartenenza. La misura cautelare costituisce sviluppo delle indagini, delegate dalla Procura distrettuale alla Polizia di Stato e ai Carabinieri, finalizzate a riscontrare il contenuto delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Balsamo, Liotta e Caruana. Le investigazioni svolte hanno confermato pienamente le attività investigative precedentemente compiute e culminate con le operazioni denominate convenzionalmente “Garden”, “Onda d’Urto” e “Città Blindata”.
Dalle indagini, iniziate nel 2014, è emerso che i familiari di Maglia volevano subito vendicarsi, ed in particolare i fratelli ed altri sodali che si stavano organizzando per eliminare Alfio Ambrogio Monforte a Reggio Emilia, dove la vittima predestinata risiedeva. La vendetta venne scongiurata dalle indagini coordinate dalla Procura di Catania, culminate nell’arresto di tutto il gruppo che faceva capo alla famiglia Maglia. Le ulteriori indagini svolte nel 2016 e 2017 su delega della Procura, sia dai Carabinieri che dalla Polizia di Stato, hanno fatto emergere le attività estorsive portate avanti da Monforte e dal clan mafioso di Biancavilla e contestualmente il ruolo – sempre più egemonico – che Monforte stava assumendo all’interno della cosca.
Con la sentenza emessa il 23 ottobre 2017 dal Gup, con rito abbreviato, Monforte ed il figlio Vincenzo sono stati condannati per due episodi di estorsione continuata ed aggravata ai danni della famiglia Arena, titolare di una impresa di onoranze funebri: dalla sentenza emergeva ulteriormente come Alfio Ambrogio Monforte stesse acquisendo un ruolo predominante all’interno del clan mafioso di Biancavilla, nel quale era tornato a fare parte proprio dopo la morte di Alfredo Maglia e l’arresto degli altri Maglia.