“U Lizzanti” e la Diavolata i momenti clou della Settimana Santa adranita

Sono giunte al termine, ad Adrano, domenica scorsa 1 aprile, i riti pasquali susseguitisi nel corso della “Settimana Santa”. Nuovo anno, stesse tradizioni dunque, per i cittadini adraniti che hanno partecipato alle varie manifestazioni sacre con assiduità e spirito religioso. La Settimana Santa, che sarebbe dovuta iniziare la Domenica delle Palme, ma che a causa del maltempo ha subito delle variazioni, ha avuto l’avvio per il Giovedì Santo. Ad aprire le funzioni è stata la toccante processione della seicentesca statua di Cristo alla colonna, con il capo pendente da un lato, pieno di lividi e di ferite, uscita dalla chiesa di San Sebastiano nel pomeriggio e rientrata in nottata. Il simulacro, portato alle spalle dai fedeli, si muoveva secondo i tipici “tre passi avanti e due indietro” segno della sofferenza.
Protagonista della processione mattutina del Venerdì Santo è stata la statua dell’Addolorata, processione molto sentita dalla comunità religiosa adranita, portata a spalla dalle donne della confraternita. La statua, con il pugnale conficcato al cuore, segno della morte del figlio, con il suo incedere lento, simboleggia il dolore dei fedeli innanzi alla morte del Redentore.
Nella mattinata del Venerdì, l’epicentro delle funzioni religiose é stato la Chiesa di Sant’Antonio Abate, luogo di residenza del più suggestivo dei simulacri, il Cristo Morto. Per la prima volta, quest’anno non era presente il velo che copriva l’altare della chiesa. In serata ha avuto luogo un altro dei momenti particolarmente sentiti dalla comunità religiosa, la processione del Cristo Morto o “U Lizzanti” rientrata poi in serata nella chiesa d’origine.
Sabato si è svolta poi la via Crucis vivente, organizzata come ogni anno dai ragazzi dell’oratorio del Rosario che ha visto Giovanni Emanuele Stimoli vestire i panni di Gesù. L’evento ha avuto inizio in piazza Umberto alle 17 del pomeriggio davanti al castello normanno e si é concluso dopo alcune ore dopo sulla scalinata della chiesa di Santa Chiara.

Domenica 1 aprile, giorno di Pasqua, sono state portate per le vie della città sin dal mattino le tre statue sante del Cristo Risorto, dell’Addolorata e dell’Angelo. Nella tarda mattina è stata eseguita la tradizionale Diavolata o “I diavulazzi i Pasqua”, dramma religioso scritto nel 1752 dal canonico don Anzelmo Laudine e regolarmente rappresentata da 250 anni. Essa simboleggia, in forma allegorica, l’eterna lotta tra il bene e il male che termina con la vittoria del bene. L’Angelicata, pur facendo parte del medesimo dramma religioso, viene rappresentata con regolarità solo a partire dal 1980. Quest’anno la Diavolata è stata rappresentata da Salvo Sciacca nei panni di Lucifero, Nicolò Toscano in Belzebub, Federico Sciacca in Asterot. La morte è stata invece interpretata da Antonio Cozzo. L’assistente di scena era Maria Di Stefano.
Federico Sciacca, nei panni di Asterot, dichiara: «È un onore portare avanti questa tradizione sia per l’affluenza e magari anche quel poco di notorietà in piú che riesce a portare ad Adrano, sia perché è stata tramandata dalla mia famiglia nel corso degli anni».