L’uomo, pregiudicato, non si rassegnava alla fine della relazione
Nella mattinata di ieri, gli agenti del locale Commissariato di Polizia, hanno arrestato un trentaquattrenne adranita, pregiudicato per reati specifici, colto in flagranza del reato di atti persecutori e di lesioni personali aggravate a seguito da una relazione affettiva. L’arresto è scaturito dall’attività di polizia giudiziaria avviata dagli operatori del Commissariato dopo la segnalazione da parte della vittima, una donna di 36 anni, rifugiatasi nell’ufficio della Polizia di Stato immediatamente dopo l’aggressione da parte dell’uomo.
La donna ha intrattenuto una relazione con quel che sarebbe divenuto il suo persecutore e nel momento in cui ha deciso di interromperla, il 34enne ha iniziato a perseguitarla con telefonate, sms e richieste di incontri per chiarimenti sulla decisione. La vittima, a seguito delle continue minacce, cedeva alle richieste insistenti, dando appuntamento allo stalker la mattina del 13 gennaio. L’uomo, non sentendo ragioni e non accettando la decisione della donna, ha perso il controllo, iniziando a minacciarla.
Non contento, ha iniziato a picchiarla, con morsi, schiaffi e strattoni; infine, per impedirle di allontanarsi e di chiamare aiuto, le sottraeva il telefono cellulare e le chiavi dell’autovettura. La donna, terrorizzata e dolorante, riusciva a sfuggire all’aggressore e a rifugiarsi nel Commissariato di Polizia. Nonostante ciò, lo stalker continuava a perseguitarla telefonicamente, minacciandola al fine di non farle sporgere denuncia, arrivando ad appostarsi nei pressi del Commissariato.
Dopo l’ennesima telefonata di minacce e intimidazioni, nella quale lasciava intendere di sapere dove si trovava la sua vittima, ascoltata in vivavoce dagli Ufficiali di Polizia Giudiziaria, che insieme ad altro personale continuavano ininterrottamente le sue ricerche, il 34enne è stato sorpreso, dopo un appostamento dei poliziotti, mentre si accingeva a riprendere la sua autovettura che era già stata individuata. Inoltre, le immediate indagini consentivano di acquisire le immagini di parte dei fatti avvenuti poco prima e raccontati dalla vittima. Informato il pubblico ministero di turno che ha disposto gli arresti domiciliari in attesa della convalida innanzi al Gip.