Angelo D’Agate: «Esagerare queste inefficienze dopo due mesi di amministrazione mi è sembrato da un lato poco elegante e dall’altro come una sindrome di insoddisfazione precoce»
Il primo cittadino di Adrano Angelo D’Agate è intervenuto questo pomeriggio sulla vicenda che ha riguardato lo sfratto nei confronti del custode dello stadio “Dell’Etna” notificata lo scorso 8 settembre attraverso un’odinanza sindacale. La struttura sportiva – con annessa casa del custode – è infatti da qualche mese priva di alimentazione elettrica. Problematica tecnica che ha fatto venire meno, come si legge nell’ordinanza, “le condizioni igienico-sanitarie minime per la residenza del custode nell’alloggio”. Sulla questione, nella giornata di ieri, era intervenuto anche l’ex onorevole Fabio Mancuso in rappresentanza dei gruppi adraniti “Udc” e “Noi con Salvini”, attraverso un sit-in di solidarietà a sostegno del dipendente comunale.
«È una problematica amplificata. Io ho visto un servizio del custode dello stadio che mostrava i locali comunali, dicendo che sono senza corrente elettrica e senza acqua. Mi è sembrato opportuno chiuderli perchè le immagini parlavano chiaro» ha spiegato il primo cittadino adranita. «Diciamo che si procederà alla sistemazione della struttura. In effetti gli interventi erano stati fatti nei primi giorni che sono diventato Sindaco, nel mese di luglio, pensando che l’intervento fosse di più lieve entità mentre in fase di sistemazione ci si è accorti che era saltato un trasformatore. L’ufficio tecnico ha dovuto fare una nuova perizia ai primi di agosto che è poi soggetta al normale iter. Tornano la luce, tornando l’acqua, non credo ci saranno più i motivi di non abitabilità di quell’alloggio». Una frecciatina del primo cittadino, anche nei confronti di chi a suo dire ha voluto amplificare la vicenda. «Andare ad esagerare queste inefficienze dopo due mesi di amministrazione – che si chiamano luglio e agosto – e a voler fare tutto questo clamore, mi è sembrato da un lato poco elegante e dall’altro come una sindrome di insoddisfazione precoce» ha concluso Angelo D’Agate.