Dopo l’accordo Ferrante-Mancuso, si sgretolano le certezze. Tutti, adesso, attendono Nicola Monteleone. E qualcuno evoca il patto della “bittula”
La notizia è clamorosa ed è, chiaramente, frutto dell’accordo, altrettanto clamoroso, degli ultimi giorni nel centrodestra (il patto Mancuso-Ferrante con il via libera congiunto dei due storici nemici ad Aldo Di Primo): Vincenzo Stancampiano, candidato in pectore dei sammartiniani, ritira il suo nome dalla competizione elettorale. In realtà, Stancampiano non aveva mai ufficializzato la candidatura, ma era praticamente in campo. Adesso il passo indietro che innesca il “libera tutti” nei gruppi che lo sostenevano: sammartiniani di Generazione Adrano 2.0, Symmachia, Patto per Adrano. Tutti pronti a riaccasarsi fra le fila dei candidati che restano in campo: Chiara Longo (Comunità in Comune), Angelo D’Agate (Città Nostra) e Aldo Di Primo (Forza Italia, Azione Civica e centrodestra). Questione di ore, invece, la decisione di Nicola Monteleone (Vivere a Colori) che “dovrebbe” (condizionale d’obbligo) presentare la sua candidatura domenica: sarà in campo o anche lui medita un clamoroso ritiro? Le prossime ore chiariranno i dubbi.
Nel novero delle possibilità, anche accordi che alla vigilia sembravano lontani: d’altronde se Mancuso e Ferrante sono riusciti a trovare la quadra, trovarne altre sarà sicuramente più semplice. Nel limbo continua a rimanere il candidato 5 Stelle: i vertici grillini non hanno ancora dato il proprio via libera a Manuela Scarvaglieri, designata dai militanti, ma non certificata dalle alte sfere pentastellate.
Un quadro totalmente cambiato rispetto a poche settimane fa, quando i giochi sembravano già fatti: tutte le certezze si sono sgretolate sotto un accordo impossibile. E qualcuno al “patto della pescheria”, come un attento osservatore della politica adranita ha definito l’accordo fra i nemici, contrappone il patto della “bittula”, nel ricordo del celebre comizio di Fabio Mancuso che cambiò le sorti della campagna elettorale di 10 anni fa, vinta da Pippo Ferrante sul candidato mancusiano, oggi onorevole, Giovanni Bulla. D’altronde, certi fatti sono destinati a rimanere nella memoria collettiva e nessun patto riuscirà mai a scalfirne il ricordo.