Il “primo” consigliere dell’Amministrazione comunale lascia e ricostruisce l’intera vicenda, ricca di tanti lati ancora oscuri
L’ormai famoso video “salsiccia e precari” con le inopportune frasi pronunciate dai consiglieri Enzo Maccarrone e Agnese Alberio, produce il primo effetto. Enzo Maccarrone lascia il Consiglio comunale. La decisione è stata comunicata ieri in una conferenza stampa, convocata a Palazzo Bianchi, a cui hanno partecipato le testate locali e un buon numero di cittadini, politici e non.
Tuttavia, le dimissioni di Enzo Maccarrone non erano dovute, in quanto il “fattaccio” è avvenuto in un contesto privato e bisogna riconoscere all’ormai ex consigliere di aver compiuto un bel gesto che aiuta a distendere il clima politico, e non solo politico, nella cittadina del dio Adranos.
Pochi minuti dopo la fine della conferenza, giunge il commento del Sindaco di Adrano Pippo Ferrante: «Le persone perbene, le persone corrette, quando sbagliano sanno chiedere scusa pubblicamente e addirittura dimettersi. Sanno affrontare la violenza mediatica rimanendo in silenzio. La politica dei tranelli, delle lettere anonime, della violazione della privacy appartiene ad altri non certo alla mia maggioranza».
Certo, le dimissioni allentano la tensione che, ormai, gravavano sull’Amministrazione comunale, di cui Maccarrone era il “primo” consigliere, e in parte appare vera l’affermazione che ha ripetuto più volte in questi giorni: «L’obiettivo non siamo noi, ma l’amministrazione».
Maccarrone ieri ha chiarito i diversi contorni sulla vicenda. Tutto ha inizio con la cena fra consiglieri di maggioranza e opposizione, organizzata per svelenire il clima in aula e nelle commissioni fra persone che vivono nella stessa città. Una cena che ha la beffarda concomitanza con l’inizio dello sciopero della fame dei precari, circostanza che, a detta di Maccarrone, avrebbe innescato nel corso del conviviale diversi riferimenti sulla “solidarietà ai precari”. Poi il video girato dalla stessa Agnese Alberio e la frase della “salsiccia nel naso ai precari”, girato – stando a quanto ha riferito Maccarrone nella conferenza stampa – «dopo aver mangiato e bevuto».
Da qui l’incredibile escalation di ingenuità che un politico navigato come Enzo Maccarrone non avrebbe dovuto commettere, in quanto un politico accorto avrebbe eliminato il filmato un attimo dopo la fatidica frase. E invece no, anzi, l’indomani, senza nemmeno un controllo preventivo, la clip viene trasmessa da Agnese Alberio, tramite la messaggistica istantanea Whatsapp, ai commensali di maggioranza e opposizione. A nulla vale la successiva richiesta della Alberio ai colleghi consiglieri di distruggere il file. Troppo ghiotta l’occasione per lasciarsela scappare.
Da questo momento in poi, per avere nuovamente traccia del video passa quasi un mese (dal 20 maggio al 14 giugno). In questo intervallo il filmato, chiaramente rimbalzato sui telefonini, arriva nelle mani di chi fa una “carognata”, e in politica anche le carognate ci stanno (chi non l’avrebbe colta al volo?): il file viene salvato su un dvd e inviato da un mittente di fantasia prima al Presidente del Consiglio comunale e, poi, al Comune di Adrano in un plico con 30 buste chiuse e sigillate con la ceralacca, una per ogni consigliere, alla vigilia della discussione consiliare sugli stipendi dei precari del comune. A sparigliare la partita, la pubblicazione (il 17 giugno) del video da parte del consigliere Agatino Alberio sul profilo Facebook personale (con privacy pubblica). Un atto che rende praticamente pubblico il filmato, con tutte le responsabilità che ne derivano poiché girato in casa privata con le immagini anche di un minorenne. Da lì l’apoteosi social e una settimana di “precari e salsiccia” di cui, ad Adrano, non si parla d’altro.
Maccarrone ieri ha chiarito i contorni della vicenda, dicendosi certo che in questa vicenda vi è la mano di un “puparo”, aggiungendo di voler lasciare il consesso principalmente per tutelare la sua famiglia, ed i figli, in quanto il tritacarne dei social non ha rispetto per nessuno; e – citiamo testualmente – per «non essere d’intralcio al Consiglio comunale», ma dichiara a Yvii24: «Non di dimetto di certo perché i consiglieri hanno lasciato le commissioni». Proprio su questo ancora una battuta sarcastica: «Hanno lasciato le commissioni anche quei quattro consiglieri di minoranza che erano presenti alla cena».
In attesa delle decisioni di Agnese Alberio (riteniamo che legittimamente può restare al suo posto), ci auguriamo intanto che il clima ad Adrano adesso si rassereni e, in secondo luogo, che nei confronti della consigliera finisca l’odioso attacco sessista di cui è stata oggetto, duramente condannato anche dai precari del comune in una intervista resa a Yvii24, nella quale con un livello elevatissimo di dignità hanno impartito una lezione di stile a tutti.