Emessa la sentenza che nasce dal blitz del gennaio 2018. Condannato a oltre 19 anni il capoclan Alfio Santangelo
Quasi 350 anni di carcere. Ammonta a tanto la condanna del Tribunale di Catania contro gli esponenti del clan Santangelo-Taccuni di Adrano, coinvolti nel blitz “Adranos” del 30 gennaio del 2018. La sentenza è stata pronunciata ieri dal giudice per l’udienza preliminare Giovanni Cariolo. L’indagine da cui scaturì l’operazione, della Procura Distrettuale Antimafia di Catania si protrasse per due anni (da settembre 2014 a settembre 2016).
Mediante intercettazioni, gli inquirenti del Commissariato di Polizia di Adrano riuscirono a dare un nome e un volto all’organigramma della cosca retta dal boss Alfio Santangelo, e a scoprire il patto stretto con il clan rivale degli “Scalisi” per gestire il locale mercato ortofrutticolo, imponendo le tangenti ai commercianti dell’ortofrutta e del settore carni.
Le estorsioni riguardavano anche altre attività locali. L’indagine incluse anche rapine e furti anche a banche. Fatta luce anche sulla cruenta rapina, avvenuta la notte del 23 gennaio 2015 in una casa di Santa Maria di Licodia. Dopo essersi introdotti all’interno dell’abitazione di una donna, i criminali colpirono ripetutamente alla testa il convivente della stessa con il calcio della pistola e, brandendo pistole e coltelli, minacciarono la donna, la madre ed il convivente, facendosi aprire la cassaforte e portando via 480.000 euro. Per questo fatto il giudice ha condannato Nicolò Trovato a risarcire alle vittime, costituitesi parti civile, con 520 mila euro.
Gran parte degli imputati hanno optato per il rito abbreviato. Condannati anche il boss Alfio Santangelo, e Nicola Mancuso, su cui pendono una sentenza definitiva a 14 anni per droga e, in primo grado, un ergastolo per l’omicidio della sua ex amante, la giovane biancavillese Valentina Salamone.
Tra i condannati anche un ex poliziotto, Francesco Palana, ex assistente capo del commissariato di Adrano che avrebbe acquistato droga dai Santangelo. Alfredo Pinzone e Luigi Leocata hanno scelto il rito ordinario, mentre è stato assolto Marco Ricca.
Le condanne, a vario titolo, sono state pronunciate per associazione per delinquere di stampo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione e spaccio di droga, estorsione, rapina, furto, reati contro il patrimonio, armi, con l’aggravante di aver commesso il fatto in nome e per conto del clan, per agevolarne le attività illecite.
CONDANNE
Antonino Bulla 20 anni di reclusione
Vincenzo Bulla 20 anni
Antonino Carbonaro 10 anni 2 mesi 20 giorni
Nino Crimi 20 anni
Salvatore Crimi 20 anni
Nicolò D’Agate 13 anni 6 mesi 20 giorni
Mariano Fichera 11 anni 4 mesi
Antonino Foti 8 anni 36 mila euro di multa
Salvatore Foti 20 anni
Rosario Galati Massaro 11 anni e 4 mesi
Tindaro Giardina 4 anni 8 mesi e 24 mila euro di multa
Antonino La Mela 13 anni 4mesi
Giuseppe La Mela 17 anni 1 mese e 10 giorni
Nicola Mancuso 8 anni
Vincenzo Nicolosi 10 anni 2 mesi 20 giorni
Francesco Palana 6 anni, 4 mesi 34 mila euro di multa
Andrea Palmiotti 10 anni 2 mesi 20 giorni
Salvatore Piccolo 4 anni 8 mesi 24 mila euro di multa
Angelo Pignataro 8 anni
Maurizio Pignataro 14 anni, 9 mesi 23 giorni
Antonino Quaceci 18 anni 6 mesi 6 giorni
Salvatore Quaceci 8 anni
Nicolò Rosano 13 anni 4 mesi
Vincenzo Rosano 14 anni 9 mesi 23 giorni
Salvatore Sangrigoli 10 anni 2 mesi 20 giorni
Alfio Santangelo 19 anni 3 mesi 3 giorni
Gianni Santangelo 20 anni
Biagio Trovato 8 anni
Nicolò Trovato 13 anni
Dario Valenti 4 anni 8 mesi 24 mila euro di multa
Ignazio Vinciguerra 10 anni