Udienza aggiornata al 26 marzo
Si è svolta questa mattina davanti alla prima Corte d’assise del Tribunale di Catania, una nuova udienza del processo “Ambulanza della morte” che vede imputato il barelliere adranita di 43 anni Davide Garofalo, accusato di omicidio aggravato nei confronti di tre persone e di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Stamattina sono stati ascoltati due dei familiari delle vittime. L’udienza è stata poi aggiornata al 26 marzo per le testimonianze di un altro parente e del medico legale consulente del pubblico ministero. Questa mattina i testimoni hanno confermato quanto già affermato da altri congiunti delle persone decedute, ascoltati nella precedente udienza: le vittime uscirono vive dall’ospedale e la morte avvenne a bordo dell’ambulanza.
L’indagine, sfociata poi nel processo, ha preso le mosse dal programma di Italia Uno “Le Iene” che raccolse le parole di un testimone il quale svelò quanto sarebbe avvenuto a Biancavilla, a bordo di ambulanze private nel trasporto di malati terminali dall’ospedale a casa: in pratica, a detta del testimone, nel corso del breve tragitto gli imputati avrebbero iniettato nelle vene dei malati aria per provocare la morte per embolia gassosa e lucrare, poi, nella vestizione e nella “cessione” della salma ad agenzie funebri compiacenti. Il “ricavo” per ogni vittima era di circa 300 euro. Ai familiari veniva riferito che il decesso era avvenuto per cause naturali nel corso del trasporto.