Un vizio di notifica alla base del rinvio. Agatino Scalisi, secondo ambulanziere, a processo il 4 aprile con rito abbreviato
C’è un difetto di notifica alla base del rinvio al prossimo 24 gennaio della prima udienza del processo relativo all’inchiesta sull’ambulanza della morte, che si sarebbe dovuto aprire nella giornata di oggi davanti ai giudici della prima Corte d’Assise di Catania. Sul banco degli imputati, il barelliere Davide Garofalo, 43 anni, il quale risulta essere accusato di omicidio aggravato di tre persone. I fatti accertati sarebbero avvenuti tra il 2014 e il 2016. Per Garofalo anche l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. La Procura etnea aveva richiesto nel mese di dicembre dello scorso anno, al Gip del tribunale catanese, l’arresto del barelliere in quanto le indagini frutto delle dichiarazione di un testimone, avevano portato ad accertare che Garofalo, avrebbe indotto la morte di tre soggetti anziani e malati, mediante il pompaggio di aria nel sistema sanguigno, per accelerare il decesso che avveniva per embolia gassosa.
Il tutto, avveniva per poter “rivendere” la salma (a 300 euro) a un’agenzia di onoranze funebri. Nel momento in cui il paziente ritornava a casa, ai familiari veniva riferito che il decesso era avvenuto per cause naturali nel corso del trasporto. Guadagni che sarebbero stati poi suddivisi anche con clan di Adrano e Biancavilla. Il secondo ambulanziere coinvolto nella vicenda, Agatino Scalisi, dovrà comparire davanti ai giudici il 4 aprile prossimo, data della prima udienza, per rispondere di un omicidio. La difesa di Scalisi ha optato per il rito abbreviato.