Dopo un’estate torrida, come quella che è appena trascorsa, con l’arrivo della temperatura mite si accende a Santa Maria di Licodia il clima politico che da qui alla prossima primavera porterà all’elezione del nuovo sindaco che siederà sulla poltrona più ambita del palazzo di città. Seppur ancora i tempi non siano maturi per l’ufficializzazione di questo o quel nome di candidato sindaco, la macchina della campagna elettorale ha già scaldato i motori da tempo e si sta muovendo tra i bar e le piazze del piccolo centro etneo. Ma non solo. A vivere un ritrovato fermento, è anche l’attuale politica che oggi già occupa il municipio. L’uscita dal gruppo di maggioranza del consigliere Pippo Nicolosi, la revoca della vicesindacatura a Mirella Rizzo, le parole al vetriolo rivolte al sindaco in una nostra intervista dalla vicepresidente del consiglio Pina Massara e – in ultimo – la fuoriuscita dei “sammartiniani” dalla maggioranza, fanno ben intendere che nelle stanze dei bottoni qualcosa è mutato rispetto alle ultime amministrative. Ma chi sono i nomi, che al momento, sarebbero in lizza per la carica di sindaco e che starebbero circolando insistentemente in paese? Al momento, sembrerebbero essere 5 con un “mister X” pronto a mutare ogni schema prestabilito. Ma andiamo con ordine.
Il primo, è quello del “delfino” politico del primo cittadino licodiese Mastroianni, l’attuale assessore Gabriele Gurgone, che potrebbe essere l’erede dell’uscente sindaco, che avendo esaurito i due mandati consecutivi, non sarà candidabile a tale carica. L’ingresso in politica di Gurgone risale al 2012, quando si rivelò l’enfant prodige della lista “Primavera Licodiese” risultando il più votato con 113 voti. Fu lui ad essere poi eletto presidente del consiglio comunale. Nel 2017 i suoi voti diventarono 330 – ma con 3 candidati sindaco in meno rispetto al 2012 – che gli permisero di entrare sia in consiglio comunale sia oggi di ricoprire il ruolo di assessore. Ma comunque nessuna certezza sulle alleanze, perché secondo rumors da noi raccolti, una parte del Pd sembrerebbe essere in rotta di collisione con Mastroianni e Gurgone e punterebbe su un candidato fuori dagli schemi che potrebbe rimescolare l’attuale scenario.
Altro nome di candidato sindaco che circola tra le vie cittadine, è quello di Giovanni Buttò. Potrebbe essere lui, infatti, l’espressione su Santa Maria di Licodia di “mister 32 mila voti” Luca Sammartino. Un nome che sembrerebbe essere condiviso anche dagli altri compagni “sammartiniani” Antonio La Delfa e Ottavio Salamone, i quali proprio nella giornata di ieri hanno dichiarato di aver rotto definitivamente ogni rapporto politico con il sindaco Mastroianni. Giovanni Buttò, fu vicesindaco durante la prima sindacatura Mastroianni, per poi ricoprire fino ad oggi la carica di presidente del consiglio nel “Mastroianni bis”, venendo eletto alle ultime elezioni con 348 voti.
Dopo l’«escludo categoricamente una mia candidatura» del professore Benedetto Torrisi, giunta attraverso una nostra intervista, a ritagliarsi un proprio spazio come probabile candidata alla poltrona di sindaco potrebbe essere la professoressa Mirella Rizzo. Il suo non è un volto nuovo negli scenari politici licodiesi. Oggi vicina all’assessore regionale Marco Falcone e a Forza Italia, la stessa ha ricoperto in passato il ruolo di consigliere comunale di minoranza durante l’ultima amministrazione Rasà, eletta nella lista del sindaco sfiduciato Francesco Petralia. Sempre fedelissima al compianto sindaco Petralia, da quest’ultimo era stata poi designata assessore durante la tornata elettorale delle amministrative del 2012 nella lista “Ricostruire Licodia – Petralia Sindaco”, anno in cui però vinse Mastroianni. Nel gennaio 2017, però, il cambio di rotta che la portò ad allearsi con l’ex competitor elettorale venendo nominata assessore in giunta Mastroianni. Nel giugno dello stesso anno si presentò nella lista a sostegno del “Mastroianni bis” venendo eletta consigliere comunale con 375 voti e poi assumendo la carica di assessore e vicesindaco fino al mese di maggio scorso quando il sindaco Mastroianni le diede il benservito revocandole la delega sia di assessore sia di vicesindaco.
Un quarto nome che si starebbe ritagliando il suo spazio sul banco delle prossime amministrative licodiesi, è quello di Pippo Nicolosi. Anche lui è ben noto alla politica licodiese, con alle spalle esperienze di consigliere comunale e di presidente del consiglio durante una delle ultime sindacature del compianto Salvatore Rasà. Fu candidato sindaco nel 2012, dove però arrivò quinto su 7 candidati con 606 voti. Nel 2017, schieratosi tra le fila del sindaco Mastroianni, entrò in consiglio comunale con 167 voti ricoprendo poi il ruolo di capogruppo di maggioranza fino al mese di aprile scorso, quando l’idillio con il capo della giunta licodiese finì e con una dichiarazione in consiglio comunale lasciò la maggioranza e la lista “Mastroianni Sindaco”.
Un ultimo – ma non per importanza – nome di probabile candidato sindaco è quello di Enrico Caruso. Figlio di un altro compianto sindaco licodiese, Vincenzino Caruso, anche lui ha alle spalle diverse esperienze politiche vicine all’allora sindaco Rasà, tra cui quella di assessore. Lui, al momento, sarebbe l’unico nome tra quelli che stanno circolando in paese, che non avrebbe un legame diretto con l’attuale compagine amministrativa che ha governato in paese nell’ultimo decennio. Nelle ultime due amministrative ha provato ad accedere in consiglio, ma senza riuscirci. Nel 2012 fu candidato tra le fila della lista “Movimento Popolare – Pippo Nicolosi Sindaco” dove riportò 89 voti di preferenza mentre nel 2017 sosteneva il candidato sindaco Benedetto Torrisi nella lista “Start” riportando 194 preferenze.
In definitiva, se questi fossero i candidati a sindaco licodiesi, l’80% di loro deriverebbe da una spaccatura con l’attuale sindaco Mastroianni. Politici che hanno governato in questo ultimo decennio ma che negli ultimi mesi hanno deciso di fare il “salto della quaglia” per rivestirsi di un rinnovato interesse: l’elezione a sindaco. E poi, dicevamo, potrebbe esserci un nome nuovo, “mister X” lo abbiamo chiamato noi, che potrebbe essere espressione di una parte del Pd catanese.
La piazza, comunque, rumoreggia pure sui possibili tentativi di coalizione e di dialogo in atto che, se si manifestassero, potrebbero mutare ulteriormente lo scenario dei candidati. Larghe coalizioni vedrebbero ridursi il numero di pretendenti a 3 o massimo 4 candidati, scacciando via il fantasma della spaccatura dell’elettorato all’interno delle urne. Non rimane dunque che attendere il trascorrere dei giorni e l’accendersi della campagna elettorale in tutto il suo vigore, senza escludere eventuali colpi di scena e clamorose candidature pronte a manifestarsi.