Tanti i dispositivi di protezione individuale legati a delle inferriate come ex voto
Un vero e proprio dilemma e una comunità cristiana – e non – spaccata, tra chi ritiene il gesto legato alla fede e chi, invece, lo etichetta come incivile. A tenere banco a Belpasso – e più precisamente nel santuario della Madonna della Roccia -, è la vicenda che riguarda le tante mascherine chirurgiche ed i molti guanti in lattice che da qualche settimana campeggiano nelle inferriate del cancello che blocca l’ingresso alla grotta del santuario. Ex voto lasciati dai fedeli che sembrerebbero portare dentro un’invocazione, una preghiera, una supplica alla Madonna in questo tempo di pandemia: “proteggici dal Coronavirus”. Ad aver segnalato la presenza di queste mascherine e di questi guanti, sono stati i tanti fedeli che quotidianamente si recano in questo luogo di preghiera ai piedi dell’Etna. Alcuni, hanno letto il gesto come un atto di fede, mentre altri si sono indignati davanti a tale “abbandono”, considerandolo dannoso per l’ambientale e di cattivo gusto per un luogo di culto. Tuttavia, i volontari che si occupano di preservare l’intera area, hanno deciso di non rimuovere nulla, nel rispetto di chi ha lasciato questi oggetti li, magari per chiedere una grazia alla Madonna.
Un’immagine certamente forte ed allo stesso tempo insolita, quella che si scorge a metà del sentiero che ospita la Via Crucis in questo luogo sacro tanto caro all’hinterland, che fa interrogare se ci si trovi di fronte ad un gesto di fede autentica o se il concetto di fede stesso sia stato fortemente travisato. Ad intervenire sulla vicenda, contattato da Yvii24, Tony Bonaventura, habitué del Santuario e presidente diocesano dell’Azione Cattolica di Catania: «Penso che in un momento come questo l’affidarsi a Dio diventi ancor di più un rifugio sicuro che può dare conforto e speranza per vivere i giorni con più serenità. Sono tanti i gesti ai quali ognuno si affida, donare la propria mascherina ed attaccarla alle inferriate della grotta è un modo per chiedere di essere liberati al più presto da questo virus. È chiaro che se pensiamo all’ambiente non è opportuno ma ogni tipo di gesto in un luogo come il Santuario assume un senso religioso. Bisogna guardare con gli occhi della fede per riuscire a comprenderlo, in questo luogo ogni credente riconosce la presenza della Madonna che cammina accanto i suoi figli».
Dal 1986, anno della prima apparizione della Madonna, il luogo è stato adibito a Santuario. Le grotte presenti, anticamente chiamate “taddariti”, poiché ospitavano colonie di pipistrelli, sono state adattate per scopi religiosi, altre sono state demolite in modo da aver più spazio per incamminarsi lungo la Via Crucis. La grotta interessata oggi dalla presenza dei dispositivi di protezione individuale, era ricca di rotoli di lava i quali sono stati dimezzati per permettere di realizzare una cappella che per diversi anni ha ospitato cerimonie religiose. Da quanto la grotta è diventata inagibile, i pellegrini di consueto lasciano qualcosa di estremamente personale “in voto alla Madonna” per chiedere grazie spirituali, materiali o per chiedere una guarigione. Sulla vicenda, abbiamo cercato di contattare telefonicamente anche il primo cittadino di Belpasso Daniele Motta, il quale non era raggiungibile.