La poesia, la scrittura, la danza, il bello contro la violenza. Inziativa nel ricordo di Veronica valenti, a cui verrà dedicata una piazza
Ieri sera le tre scalinate del palazzo di città di Belpasso si sono riempite di scarpette verniciate di rosso e di crudi aforismi dedicati alla “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne”. Una scelta pensata e significativa quella dei volontari dell’associazione “For Life”, dediti all’ascolto, che hanno tenuto, nell’aula consiliare del Palazzo di Città, una manifestazione volta alla sensibilizzazione sul tema della violenza ed alla commemorazione di tutte quelle vite spezzate da un amore malato, possessivo e violento.
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I volontari hanno imparato a dare spazio alla discrezione ed a sviluppare empatia con tutte le donne che, silenziosamente, si rivolgono a loro per cercare consigli, abbracci e supporto. E tanti dei volontari erano presenti con in testa il presidente dell’associazione Giuseppe Valenti, testimonial diretto delle atrocità che il fenomeno del femminicidio porta con se in quanto padre della compianta Veronica. Sua figlia è stata uccisa brutalmente nel 2014 dall’ex fidanzato, con 60 coltellate.
L’amministrazione comunale si è dimostrata sensibile al tema e pertanto ha deciso di sostenere l’associazione “For Life” negli anni anche attraverso la realizzazione di iniziative come quella di ieri sera.
L’intero incontro è stato condotto da un componente dell’associazione, la volontaria Carmen Arena che in prima battuta ha dato voce ai membri dell’amministrazione presenti: il sindaco Daniele Motta, il vicesindaco Tony Di Mauro, l’assessore Salvo Pappalardo e l’assessore Graziella Manitta. Daniele Motta ha accolto l’idea del vicesindaco Tony Di Mauro: «Intitoleremo il parcheggio che sta nascendo presso il quartiere Matrice alla nostra compaesana Veronica, abbiamo bisogno di commemorarla in un luogo fisco e frequentato da tutti così che lei sarà tra di noi e non verrà dimenticata».
Successivamente la moderatrice ha presentato tutti gli ospiti i quali, che attraverso le arti, pittura e poesia, o mediante psicanalisi e ballo hanno guidato i presenti all’interno di un viaggio alla scoperta dell’amore che, secondo il presidente, Giuseppe Valenti «bisogna seminare ogni giorno lottando contro la violenza che non porta a nulla e che fa male a tutti, anche a chi la provoca. Veronica voleva essere una donna libera – ha aggiunto – ma non ce l’ha fatta, quel vortice malevolo l’ha inghiottita».
L’aula consiliare era gremita di gente ma soprattutto di donne che hanno partecipato con interesse e forte commozione, seguendo ogni momento ed ogni intervento. In tante hanno avvertito l’esigenza di prendere la parola: la psicologa e psicoterapeuta Silvana Leali; la giovanissima pittrice e danzatrice Giorgia Orifici (i cui dipinti hanno fatto da scenografia all’interno dell’aula); Carmen Morabito, che ha parlato di shatsu, prevenzione, benessere e salute; l’attrice Agata Longo che ha letto due poesie di Alda Merini; la docente Maria Rosa Marcantonio che ha spiegato la tecnica “mandala e scrittura”; il corpo di ballo “Shen Project”; e l’attivista Alfio Platania che ha attirato l’attenzione del pubblico grazie alle sue riflessioni personali nutrite dall’amore.
Il momento più toccante è stata l’esibizione del mimo, intitolata “Silenzio” e interpretata dalla danzatrice Giorgia Orifici. La ballerina ha varcato il corridoio dell’aula consiliare con eleganza, indossando un velo bianco, simbolo del matrimonio e della felice unione della coppia. Presto però la felicità si è trasformata in violenza ed in tormento per la ballerina, che ha iniziato a lottare con una camicia bianca che ha iniziato a strozzarla sempre più. La camicia simboleggiava l’uomo che avrebbe dovuto amarla e non ucciderla. La danza si è conclusa con la protagonista stesa per terra avvolta da un velo non più bianco ma nero.