La dirigente Calvagno finisce nella bufera per la riconsegna di libri, quaderni e altro: solo gli insegnanti riescono a riportare il sereno
Sono trascorsi più di due mesi e mezzo da quando i bambini della scuola materna ed elementare del Circolo Didattico “Madre Teresa di Calcutta” di Belpasso, si sono trovati, come tutti i bambini italiani, a dover fronteggiare l’emergenza covid-19 ricorrendo alla didattica online. Prima tramite Whatsapp, poi con “We School”, gli scolari belpassesi hanno iniziato a seguire le lezioni delle proprie maestre. Sin da subito, come nelle altre regioni, si è verificato il nodo materiale scolastico, rimasto nelle classi.
La restituzione ha provocato non pochi problemi a causa della scarsa organizzazione da parte della direzione che ha innescato innumerevoli proteste da parte dei genitori, il tutto amplificato su social e chat. A seguito della chiusura forzata delle scuole, il materiale (libri, quaderni, astucci, colori, registri e documenti) è rimasto all’interno dei sette plessi (quattro materni e tre elementari) che formano il Circolo Didattico. A distanza di qualche settimana dall’inizio della Fase 1, i genitori hanno iniziato a reclamare tutto ciò che i bambini avevano lasciato nelle aule.
Per tante famiglie, chiamate a fare i conti anche con lo stop lavorativo, era impossibile acquistare il materiale una seconda volta. Ne è un chiaro esempio la testimonianza di un papà che riferendosi alla “Scuola dell’Infanzia” di via Berlinguer, ci ha riferito telefonicamente, preferendo rimanere anonimo: «Mia figlia ha bisogno di riavere tutte le sue cose per poter studiare e colorare. Le è stata restituita solo una parte di libri e quaderni. La bidella della scuola ci ha detto di avere queste disposizioni e di non poter dare altro materiale».
A seguito di innumerevoli dibattiti, sollevati soprattutto su Facebook, dove i genitori hanno criticato aspramente con una sfilza di commenti negativi l’operato della dirigente Provvidenza Maria Calvagno e del suo team, abbiamo contattato un’insegnante che potesse fornirci un quadro complessivo della vicenda. La maestra ha risposto a tutti i nostri quesiti, scegliendo anche lei di non esporsi con nome e cognome: «Il 30 marzo è stata emessa una circolare indirizzata ai genitori dei nostri alunni all’insaputa di noi insegnanti. La circolare indicava una calendarizzazione ben precisa con orari da rispettare in modo da garantire la sicurezza durante la consegna del materiale scolastico. La verità è che c’è stata poca organizzazione da parte della direzione che non ha rispettato noi insegnanti.
I genitori, recandosi a scuola, e poi riportando il tutto all’esterno, hanno trasmesso a volte anche messaggi sbagliati. La direzione – prosegue l’insegnante – ha chiesto ai bidelli, che non sapevano dove il materiale fosse riposto, di riconsegnare ad ogni singolo bambino le proprie cose. Ciò ha generato scompiglio e disordine. La soluzione corretta sarebbe stata quella di convocare noi insegnanti che, conoscendo i nostri alunni e le classi, avremmo individuato velocemente il tutto. Dopo la suddivisione, il materiale sarebbe stato riconsegnato in mano ai genitori evitando il caos. Invece, è stato fatto tutto il contrario, motivo per il quale molti genitori sono tornati a casa a mani vuote iniziando a lamentarsi sui social».
Appare chiaro che i bidelli sono stati chiamati a svolgere un ruolo senza che sapessero giostrarsi tra le aule, prendendo libri e quaderni riposti sotto i banchetti alla rinfusa, senza avere l’autorizzazione di aprire gli armadietti. Per questa ragione, alcuni insegnanti dei plessi “Centro” e “Borrello”, nonostante inizialmente non fossero stati chiamati dalla dirigente a svolgere questo ruolo, hanno ottenuto, in un secondo momento, il permesso di recarsi a scuola per sistemare il materiale, guadagnandosi l’appellativo di “angeli” ed il plauso da parte dei genitori. Una seconda circolare, a distanza di quasi un mese, ha autorizzato tutti gli insegnanti a sistemare l’intero materiale dei 7 plessi durante le giornate del 20 e 21 maggio. Quaderni, libri, astucci, dunque, verranno riconsegnati a breve.
Il primo cittadino Daniele Motta, dopo essere venuto a conoscenza della vicenda, ha pubblicato un post Facebook nel quale ha annunciato che avrebbe inoltrato una protesta formale all’Ufficio scolastico provinciale e all’assessorato Regionale alla Pubblica Istruzione, poiché non ha condiviso il modo in cui è avvenuta l’attività di riconsegna del materiale.
«Io e le altre maestre ci siamo sentite derise e scavalcate da ciò che è stato detto – aggiunge l’insegnante che ha ricostruito l’intera vicenda a Yvii24 –. Prima di puntare il dito bisognerebbe conoscere tutta la vicenda. La scuola è stata chiusa da un momento all’altro. Capisco le difficoltà dei genitori ma è stato un trauma anche per noi insegnanti. Ci siamo ritrovate catapultate in classi virtuali. Nessuno di noi era pronto al Coronavirus, né a tutto quel che ne è derivato».
In queste ultime settimane ci si è resi conto, come non mai, di quanto la tecnologia possa essere salvifica in momenti come questi, anche se è innegabile che non potrà mai sostituire lo stare insieme e gli insegnamenti impartiti tra le mura scolastiche. I bambini si sono dovuti approcciare ad un nuovo metodo di apprendimento da un giorno all’altro ed in egual misura genitori ed insegnanti si sono attrezzati a dovere.
In merito a ciò, l’insegnante da noi intervistata telefonicamente, ha concluso il suo intervento illustrandoci la situazione dal suo punto di vista: «Per quanto riguarda il plesso ex-Itis posso affermare che le lezioni online porteranno i loro frutti ai bambini che sono riusciti sin da subito a seguire le lezioni. È stato fondamentale l’aiuto dei genitori, senza la loro dedizione non sarebbe stato possibile ricorrere alla didattica a distanza. Inizialmente noi insegnanti ci siamo adoperati su Whatsapp mandando video e compiti. In seguito abbiamo attivato la piattaforma We School dove trasmettiamo online le videolezioni. Le lamentele sono arrivate dai genitori che per esigenze lavorative non si possono collegare ad ogni lezione insieme ai figli che, essendo piccoli, non riescono ad accedere da soli».
In ultima battuta, a tal proposito, abbiamo sentito anche il parere di una mamma, la quale telefonicamente ha dichiarato: «Confrontandoci tra mamme abbiamo notato che i bambini di prima elementare del plesso “Borrello” sanno già contare e distinguere i numeri fino a venti e sanno scrivere in corsivo a differenza di alcune prime del plesso “Centro” che sono rimaste indietro. Per il resto gli insegnanti assegnano i compiti regolarmente sulla piattaforma Edmodo dove noi genitori ci colleghiamo per scaricare e stampare i file. I bambini apprendono tramite videolezioni e registrazioni vocali. Noi mamme siamo diventate anche insegnanti spiegando ed aiutando i nostri bambini».