Il colpo avvenne il 24 novembre del 2018 ai danni di un panificio di via Nicolosi
Tre rapinatori sono finiti in manette ad opera dei Carabinieri della Stazione di Belpasso per una rapina ai danni di un panificio, commessa il 24 novembre dello scorso anno. Si tratta di Stefano Amore (22 anni), di Giuseppe Gullotta (23) e di Carmelo Miano (24), raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Catania, per rapina aggravata in concorso. Le indagini, coordinate dai magistrati della Procura Distrettuale della Repubblica etnea, hanno fatto piena luce sulla rapina commessa ai danni di un panificio di via Nicolosi a Belpasso.
Intorno alle ore 20:40, tre individui a volto scoperto dei quali uno armato di pistola, hanno fatto irruzione nell’esercizio commerciale dove, minacciando di morte i titolari, marito e moglie, si impossessavano dei 200 euro contenuti in cassa per poi sottrarre, sempre sotto minaccia, altre 140 euro dalle tasche del fratello del titolare che era accorso dal retrobottega. Gli investigatori dell’Arma, a seguito della denuncia presentata dal titolare dell’esercizio commerciale, acquisendo e analizzando le immagini registrate dalle telecamere attive nella zona teatro della rapina hanno potuto ricostruire il fatto reato orientando le indagini nei confronti del terzetto.
Nel sopralluogo i militari rinvennero e repertarono una cartuccia calibro 8 a salve inesplosa, verosimilmente caduta dall’arma utilizzata dai rapinatori, che, comparata con un’arma ritrovata in casa di uno degli indagati, è risultata compatibile. A questi elementi si aggiunse anche l’autovettura, una Fiat 500, notata nelle immagini sostare nei pressi del panificio proprio all’ora del colpo, poi risultata di proprietà del padre di uno degli indagati e identica (medesima targa annotata da diversi testimoni) all’autovettura utilizzata in altre due rapine commesse nello stesso territorio.
Le prove acquisite dai Carabinieri, sostenute anche dalla testimonianza delle vittime hanno consentito al magistrato titolare del fascicolo di poter formare un quadro indiziario che, recepito in toto dal giudice, si è tradotto nel provvedimento restrittivo. Amore e Gullotta sono stati associati al carcere di Catania Piazza Lanza, mentre Miano è stato raggiunto dal provvedimento nel carcere di Caltagirone dov’era già recluso per un altro provvedimento.