Il quadro della Madonna dell’Elemosina, nella processione di ieri, a causa della pioggia ricoverata nel convento francescano. I Carabinieri la riportano in chiesa. Spostata a domenica la processione di san Placido
Il settantesimo anniversario dell’incoronazione dell’icona bizantina della Madonna dell’Elemosina a Biancavilla, che ricorreva nella giornata del 3 ottobre, sarà certamente ricordato negli anni come un giorno dai tratti eccezionali. Chi ha voluto leggere quanto accaduto con gli occhi della fede, ha subito attribuito lo scandire ed il susseguirsi degli eventi come qualcosa di divino. Altri, invece hanno attribuito il tutto alla casualità. Certo è, che la processione 2018 della Madonna dell’Elemosina ha tutto il diritto di essere scritta dagli storici negli annali, pronta ad essere tramandata alle generazioni a venire.
Dopo il solenne pontificale celebrato dal cardinale Paolo Romeo e la pioggia che ha imperversato per tutto il pomeriggio, la quiete dopo la tempesta ha incoraggiato il clero locale a procedere con il corteo previsto dal programma. “La processione non è mai saltata a causa della pioggia”, qualche cittadino dai capelli bianchi, memoria storica, commentava nell’attesa che la sacra immagine facesse capolino dal portone centrale della basilica collegiata.
Ad accogliere a piazza Roma l’icona bizantina della Madre dell’Elemosina, le preghiere dei giovani dell’oratorio “Don Pino Puglisi” e il canto del gruppo “DB Friends”. Il corteo ha poi proseguito fino al convento dei frati francescani dopo essersi fermato davanti al comune per il consueto omaggio floreale delle autorità.
Ad accogliere per la prima volta nella storia biancavillese la sacra icona al convento, un nutrito gruppo francescano. Allo scandire dell’ultima parola del messaggio del guardiano Fra Antonio Vitanza, le cataratte del cielo si sono aperte in un forte scroscio di pioggia, come se lassù qualcuno fosse rimasto profondamente emozionato per quanto stava accadendo. Per evitare danni all’opera, risalente agli inizi del ‘400, il quadro è stato smontato dal fercolo per essere messo al sicuro all’interno della piccola chiesetta dedicata a San Francesco. Concluse le preghiere, rivolte anche ai defunti del vicino cimitero, una nuova quiete dalla pioggia che ha portato gli organizzatori a ritornare in fretta verso la chiesa madre, passando, anche qui per la prima volta, da piazza Sgriccio.
Una breve sosta, nel percorso di ritorno verso piazza Roma, davanti all’abitazione di Sara Galizia dove era allestita la camera ardente, fervente devota della Madre dell’Elemosina, che è deceduta proprio all’alba di ieri. Ancora un segno, per i fedeli, una casualità per altri. All’altezza del Palazzo municipale, ecco un nuovo acquazzone che ha fatto deviare il fercolo verso via Gramsci permettendo di riparare il quadro sotto l’arco “Sciacca” in attesa che spiovesse. Ciò non è avvenuto e quindi in soccorso arriva una pattuglia dei Carabinieri a bordo di una gazzella che ha accolto l’icona sull’auto per riportarla in sicurezza in chiesa madre. L’icona, tra canti e preghiere, è stata riposta nella cappella a lei dedicata.
Inedita anche la giornata di San Placido che ha visto un cambio di programma a causa della pioggia. Al termine della santa messa, presieduta dal prevosto parroco don Pino Salerno, la statua dell’abate benedettino non è stata condotta in processione per il maltempo. Dopo la benedizione con la reliquia del patrono impartita ai fedeli, il simulacro ligneo è stato posto sull’altare maggiore, mentre la processione è stata rinviata a domenica mattina. In chiesa erano presenti le autorità cittadine, con in testa il sindaco Antonio Bonanno, e l’assessore regionale Sandro Pappalardo.