Prima udienza in Corte d’Assise contro Nicola Mancuso, imputato dell’omicidio, orientato a scegliere il rito ordinario
Si è aperto ieri a Catania, in Corte d’Assise, il processo per l’omicidio di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla ritrovata impiccata in una villetta di Adrano il 24 luglio del 2010. Unico imputato, al momento, l’adranita Nicola Mancuso che avrebbe avuto una relazione extraconiugale con la ragazza, indicato come uno degli autori dell’omicidio. L’altro presunto assassino sarebbe “Ignoto 1”, di cui i Carabinieri del Ris di Messina avrebbero isolato il dna. Nella prima udienza, l’associazione antiviolenza “Thamaia” di Catania ha presentata richiesta di costituzione di parte civile. La Corte d’Assise si è riservata di decidere nella prossima seduta, fissata per il 10 aprile. Nel procedimento sono già presenti come parti civili i genitori e i fratelli della vittima, assistiti dall’avvocato Dario Pastore.
La morte di Valentina Salamone venne inizialmente archiviata come suicidio, ma la Procura generale di Catania, dopo aver avocato a sé l’inchiesta, confortata dalle perizie del Ris, ha chiesto il rinvio a giudizio per Mancuso. I fatti avvennero la sera del 23 luglio in una casa di campagna di Adrano. Stando a quanto ricostruito sin qui, Valentina sarebbe diventata “opprimente” per Mancuso, sposato a padre di tre figli, intenzionato a recidere il legame con la ragazza. Fra i due, quella sera, sarebbe nata una discussione sfociata in lite. La giovane fu ritrovata impiccata con una corda al collo (larga e non stretta), legata ad una tettoia. La prova “regina” contro l’imputato sarebbe contenuta nelle tracce di sangue “misto” (dei due insieme) trovate sotto la scarpa di Valentina. Mancuso, condannato in secondo grado a 14 anni per associazione mafiosa finalizzata al traffico di droga, è già stato arrestato per l’omicidio di Valentina, ma è stato poi rimesso in libertà dal Tribunale del riesame. Il 33enne continua a proclamarsi innocente e, proprio per questo, probabilmente sceglierà il rito ordinario e non abbreviato.