Il Gip Luigi Barone accoglie l’istanza dei difensori e accorda gli arresti domiciliari
Domiciliari concessi all’ex sindaco di Biancavilla (negli anni ’90), Marcello Merlo, e a Giovanni Carciotto coinvolti nell’inchiesta antimafia “Città Blindata” (rileggi l’articolo) contro il clan “Tomasello-Mazzaglia-Toscano” che opera a Biancavilla. È stato il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, Luigi Barone, ad accogliere la richiesta dei difensori (l’avvocato Fabrizio Siracusano per Merlo e l’avvocato Francesco Messina per Carciotto) e a concedere la misura alternativa alla detenzione.
Merlo e Carciotto furono coinvolti nel blitz antimafia scattato in seguito a una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa lo scorso 12 febbraio dal Gip del Tribunale di Catania su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. L’indagine riguardò 16 persone, presunti appartenenti alla cosca “Tomasello-Mazzaglia-Toscano”, diretta oggi dalle famiglie Amoroso e Monforte e legata alla “famiglia” catanese di cosa nostra “Santapaola-Ercolano”. Le accuse, a vario titolo, sono di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, porto e detenzione illegale di armi.
Per Merlo, e per il fratello Massimo, nell’ambito di una indagine collaterale e collegata a “Città blindata”, si era evidenziata una vicinanza al clan mafioso. Carciotto è, invece, considerato fedelissimo del boss Giuseppe Amoroso. L’attività investigativa ebbe inizio dopo due omicidi verificatisi in rapida successione a Biancavilla. Il primo il 13 gennaio 2014. In quell’occasione, a cadere sotto i colpi dei killer, fu il pregiudicato Agatino Bivona. Il secondo appena due giorni dopo: crivellato di piombo il giovanissimo Nicola Gioco, detto “u Picciriddu”, raggiunto dai sicari mentre era a bordo della sua auto.