Fra Attilio Bua, Frati minori di Biancavilla, ha raccontato la sua esperienza vissuta nei giorni dell’attentato a Falcone
Si è svolta in piazza Falcone Borsellino, una semplice cerimonia per commemorare il giudice Giovanni Falcone, la moglie e gli agenti della scorta, barbaramente assassinati dalla mafia, a Capaci, il 23 maggio 1992. Ad intervenire sono stati il vicesindaco Vincenzo Chisari, l’assessore Maria Cristina Toscano e la consigliera comunale Pinuccia Bivona. Con loro, presenti i Vigili urbani e rappresentanti del mondo dell’associazionismo, tra cui la Gepa. Toccante la testimonianza di fra Attilio Bua dei Frati minori di Biancavilla che ha raccontato la sua esperienza vissuta proprio in quei giorni, durante una sua missione francescana nel palermitano.
«Si percepiva nell’aria un senso di angoscia profonda – ha detto fra Attilio – è stata una ferita profonda per tutti noi che abbiamo appreso dell’attentato mentre celebravano la Messa. Solo l’amore può sconfiggere l’odio, solo il coraggio e la determinazione nel fare proprio dovere potrà battere ogni forma di violenza e di prevaricazione». In piazza, presenti tanti studenti delle scuole cittadine che hanno realizzato alcuni striscioni.
«L’esempio di Falcone è vivo e c’è una grande voglia di reagire alla mafia come ad ogni forma di abuso che annienta la dignità dell’uomo – ha sottolineato il vicesindaco Chisari – per noi sono stati momenti terribili, oggi c’è una generazione che si forma sull’eredità morale lasciata dai giudici Falcone e Borsellino, un impegno che ciascuno di noi, Istituzioni e semplici cittadini, dobbiamo rispettare come segno di ringraziamento per l’amore, per il sacrificio e per il lavoro profuso da tutte le vittime innocenti di mafia».