L’attività ha avuto inizio da una indagine sul “pizzo” imposto a un imprenditore, costretto per anni a pagare in cambio di protezione
Operazione antimafia dei Carabinieri nel corso della notte a Biancavilla, denominata in codice “Reset”, nell’ambito di una indagine diretta dalla Procura Distrettuale di Catania. I militari della locale Stazione hanno eseguito sei ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di altrettanti biancavillesi. Destinatari del provvedimento sono: Carmelo Vercoco, 44 anni; Vincenzo Monforte, 31; Alfio Petralia, 40; Alfio Muscia, 39; Angelo Girasole, 41 anni; Alberto Gravagna, 32.
L’attività, che rappresenta il prosieguo della precedente operazione antiracket nel centro pedemontano denominata “Onda d’urto” (alla quale si riferisce il video inoltrato dalla sala stampa dei Carabinieri), ha avuto inizio da una indagine per l’estorsione subita da un imprenditore biancavillese, costretto per anni a pagare somme di denaro a titolo di “protezione”. La vittima, stanca di subire le vessazioni del clan, ha iniziato a collaborare con le Forze dell’ordine, confermando il grave quadro indiziario che era già emerso.
Il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale, ha emesso i provvedimenti nei confronti dei 6, tutti appartenenti alla criminalità organizzata, e indiziati del reato di estorsione continuata e aggravata dal metodo mafioso.
I provvedimenti cautelari tengono conto di una lunga e complessa attività d’indagine nei confronti di appartenenti al clan “Mazzaglia-Toscano-Tomasello”, attivo nel comune di Biancavilla e considerato articolazione della famiglia catanese “Santapaola-Ercolano”. I riscontri investigativi svolti, caratterizzati anche da attività tecniche di intercettazioni ambientali e telefoniche, oltre a riprese video, hanno permesso di ricostruire minuziosamente l’azione estorsiva, e di evidenziare i ruoli e le dinamiche del clan biancavillese. L’indagine, svolta a quattro mesi di distanza da “Onda d’Urto”, evidenzia ulteriormente una vicinanza dell’Arma dei Carabinieri alla cittadinanza di Biancavilla ed evidenzia la serrata attività volta a infrangere il muro del silenzio ancora presente nella provincia catanese. Su disposizione dell’Autorità Giudiziaria gli arrestati sono stati rinchiusi nel carcere catanese di Bicocca ad esclusione di Monforte, già detenuto a Siracusa.