Batosta per il primo cittadino che a giugno aveva scritto: «La Regione ha confermato esito positivo alla nostra proposta»
“Non vendere la pelle dell’orso prima di averlo ucciso”. È questo il proverbio che il primo cittadino di Biancavilla Antonio Bonanno dovrebbe affiggere all’interno della sua stanza al Palazzo di città, ad eterna memoria, dopo la magra figura che si è venuta a palesare in queste ore sul fronte del Servizio Civile Universale. Una valutazione da principiante, potremmo dire, che aveva indotto il primo cittadino, nello scorso mese di giugno – alla notizia dell’inserimento del progetto di Servizio Civile tra quelli positivamente valutati – ad annunciare “Urbi et Orbi” alla città che la sua amministrazione aveva «creduto fortemente in questo percorso che ha visto la Regione confermare l’esito positivo alla nostra proposta: un fatto che, per tanti giovani, può essere occasione di crescita personale e formativa».
È di lunedì, però, la pubblicazione sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento delle politiche giovanili e il Servizio Civile Universale del decreto di individuazione dei progetti di servizio civile universale finanziati per l’anno 2019 a firma del capo dipartimento Siniscalchi che da il via per l’anno 2019 a 3.735 progetti di servizio civile universale (da svolgere in Italia e all’estero) per l’impiego di 39.181 operatori volontari ma che di fatto vede tagliato fuori il progetto “Biancavilla al Servizio del territorio” per un solo punto. Una forzatura politica? Un proclama necessario, quello fatto da Bonanno a giugno, che si era reso forse necessario per risollevare l’immagine di un sindaco che dopo le questioni doppi turni vedeva calare i propri consensi popolari? Di certo, oggi, quella dichiarazione risulta essere un macigno ancora più grosso agli occhi dei cittadini.
Il progetto presentato dal comune, infatti, risultava inserito nell’elenco di quelli valutati positivamente dalla Regione Siciliana con il punteggio di 68 punti. Valutazione che non significava che lo stesso progetto venisse automaticamente avviato e pertanto finanziato. Un politico di “primo pelo” che probabilmente si limita a leggere le sole cronache locali e che non ha fatto i conti con i tagli inseriti nella scorsa finanziaria con il conseguente abbassamento – e non di poco – del numero di giovani avviabili e l’innalzamento del punteggio minimo di accesso dei progetti alla zona finanziabile.
Di fatto, come riportato in queste ore dal Vita.it, i giovani avviati sono “circa duemila in meno di quelli preventivati dal Dipartimento che aveva parlato di 41mila posti. E oltre 14mila in meno di quelli assegnati nel 2018, che erano stati 53.363.” Un dimezzamento del contingente che era già stato paventato a novembre dello scorso anno da Vita.it e quindi la questione era già nota al momento della presentazione dei progetti a cavallo tra il 2018 e il 2019. Una situazione di incertezza che avrebbe dovuto far essere più cauto il primo cittadino biancavillese nelle proprie dichiarazioni.
Ai giovani biancavillesi, adesso, non rimane altro che valutare la possibilità di presentare domanda presso altri enti del territorio, mentre al primo cittadino non rimane altro che curare – laddove non lo stesse già facendo – l’accreditamento al nuovo sistema di Servizio Civile Universale, lasciando da parte i proclami, per evitare che per i prossimi anni il comune venga tagliato fuori anche dalla progettazione.