Ha riaperto oggi al culto dei fedeli, dopo 2 anni e mezzo di chiusura, la chiesa dell’Idria di Biancavilla, che era rimasta danneggiata nel mese di ottobre 2018 a causa del sisma di magnitudo 4.6 con epicentro tra Biancavilla e Santa Maria di Licodia. A sancire la riapertura dell’edificio, la celebrazione eucaristica presieduta dal parroco Don Giovambattista Zappalà alla presenza di un gruppo ristretto di fedeli e concelebrata dai sacerdoti Salvatore Nicoletti e Vincenzo Finocchiaro. Un’inaugurazione sottotono, quella di oggi, che sostituisce di fatto quella ufficiale che si sarebbe dovuta tenere alla presenza del Vescovo di Catania Salvatore Gristina, delle autorità locali e delle maestranze che si sono impegnate nel recupero dell’edificio. Un rinvio che si è reso necessario a causa del prolungamento nel comune etneo della “zona rossa” fino al 22 Aprile, che limita ogni attività pubblica non necessaria.
«Siamo felici, contenti, come comunità parrocchiale dell’Idria di poter riavere la chiesa» ha detto il parroco Giovambattista Zappalà. «È vero che la chiesa è fatta di persone e noi ci siamo sentiti ugualmente comunità parrocchiale anche in mezzo ai disagi, ma avevamo bisogno di questo edificio sacro. Siamo contenti anche se oggi non ci può essere l’Arcivescovo, perché lui ha voluto e fatto di tutto per poter ottenere i finanziamenti presso la CEI con l’8×1000. Era giusto che ci fossero anche gli ingegneri e le maestranze, ma certamente prossimamente – appena possibile – avremo questa inaugurazione ufficiale».
I lavori di recupero iniziati nel mese di dicembre 2019 – che si sarebbero dovuti concludere entro 5 mesi ma che a causa del Covid hanno subito un pesante rallentamento -, ricordiamo, sono stati cofinanziati dalla Conferenza Episcopale italiana e dall’Arcidiocesi di Catania attraverso un finanziamento di 150 mila euro derivante dal fondo 8×1000 destinato al restauro dei beni culturali ecclesiali. Il recupero ha permesso di ripristinare la facciata del prospetto principale e dei prospetti laterali, di poter consolidare sia il campanile che l’interno della chiesa e di ritinteggiare l’interno dell’edificio di culto. Ad aver avviato l’iter burocratico era stato l’allora parroco Padre Salvatore Nicoletti, andato poi in pensione. L’aspetto tecnico dei lavori è stato curato dall’ingegnere Piero Furnari e dall’architetto Francesco Anfuso mentre è stata la ditta I.Co.B di Siracusa ad aver eseguito i lavori di recupero.