Secondo i ricorrenti non sono state contestate le aggravanti premeditazione, futilità del motivo, crudeltà, minorata difesa
Omicidio delle Vigne di Biancavilla, anche le parti civili ricorrono in Cassazione. Dopo il ricorso presentato da Vincenzina Ingrassia, moglie e omicida di Alfio Longo, condannata in secondo grado a 12 anni di carcere, anche i familiari della vittima hanno proposto istanza per Cassazione impugnando la sentenza emessa dalla Corte di Assise d’Appello di Catania presieduta dal giudice Rosario Cuteri, chiedendone l’annullamento.
Secondo i ricorrenti, nell’applicazione della legge penale, la Corte di Assise di Appello non avrebbe proceduto su richiesta delle parti civili alla trasmissione degli atti al pubblico ministero affinché ne contestasse all’imputata le aggravanti della premeditazione, della futilità del motivo, della crudeltà, della minorata difesa, in considerazione del fatto che Alfio Longo è stato ucciso mentre dormiva.
La contestazione delle aggravanti cambierebbero il quadro del processo, e Vincenzina Ingrassia rischierebbe l’ergastolo. La difesa delle parti civili ha pure chiesto l’annullamento della sentenza di secondo grado in quanto l’accordo siglato fra la Procura Generale e la difesa dell’imputata, sarebbe stato ratificato senza il consenso delle parti civili e senza che queste rinunciassero all’appello.
Da fonti vicine alla famiglia della vittima si apprende che gli eredi, nel momento in cui la sentenza di condanna dell’imputata diventerà definitiva, intendono iniziare tramite i propri difensori le azioni civili volte ad ottenere la dichiarazione di “indegnità a succedere” dell’imputata, nonché il risarcimento del danno subito a seguito della perdita del congiunto il cui diritto è già stato riconosciuto alle parti civili sia dalla sentenza di primo grado che da quella emessa dalla Corte di Assise d’Appello.