L’episodio testimonia, una volta di più, la necessità di dotare le strutture sportive e gli edifici pubblici di defibrillatori semiautomatici esterni
Tutto sembrava trascorrere tranquillamente, come ogni pomeriggio, all’interno di una palestra di Bronte, qualche giorno fa. Ma, tutto d’un tratto, mentre svolgeva la sua attività fisica, un settantenne brontese si accascia a terra privo di sensi. Per sua fortuna, all’interno della struttura si trova una giovane volontaria della Misericordia di Bronte, Maria Concetta Paparo, che immediatamente capisce la situazione e inizia la valutazione del paziente insieme al proprietario della struttura sportiva. Si tratta di arresto cardiaco. Con freddezza e determinazione i due, subito dopo aver attivato il sistema territoriale di emergenza-urgenza 118, iniziano a praticare la rianimazione cardiopolmonare caratterizzata dal massaggio cardiaco esterno e dalle insufflazioni di aria.
Nell’attesa dell’arrivo sul posto dei soccorsi avanzati, queste semplicissime manovre hanno permesso al paziente di ridurre al minimo i possibili danni cerebrali derivanti dall’assenza di ciclo cardiaco e, pertanto, dalla carenza di apporto di ossigeno al cervello. L’ambulanza del 118, ha poi impiegato sulla vittima il defibrillatore che contribuisce alla ripresa delle funzioni vitali. Questo episodio, non isolato, riaccende nuovamente i riflettori sulla necessità di dotare gli impianti sportivi, le palestre ed i luoghi pubblici di defibrillatori semiautomatici esterni, utili a salvare la vita a possibili vittime di arresti cardiaci. L’anziano brontese, è stato ricoverato all’Ospedale Cannizzaro di Catania, per il trattamento post arresto cardiaco, ma non è in pericolo di vita.
Maria Concetta Paparo è anche Istruttore Basic Life Support e da due anni è attivamente impegnata sul territorio nella sensibilizzazione e formazione di coloro che volessero imparare queste semplicissime manovre salvavita. “Non voglio prendermi nessun merito riguardo questa vicenda – scrive sul suo profilo Facebook – ma ho solo fatto quello che mi è stato insegnato 3 anni fa e quel che la Misericordia mi ha trasmesso in questi anni. La vicenda spero che sensibilizzi un po’ tutti. Non siamo supereroi ma solo gente formata!”