“Fil rouge” dell’esposizione è “L’onirico”. I due surrealisti in mostra fino al 18 marzo
S’inaugura oggi a Catania, alle 18:30, presso il Museo galleria “La Vite” di via Vittorio Emanuele 108, la mostra di pittura “Il silenzio dell’Anima” (di Fabrizio Clerici) e “I Loculi della Palude” (di Sergio Vacchi), presentata ieri nel corso di una conferenza stampa. La mostra, a ingresso libero, sarà visitabile dal 18 febbraio al 18 marzo. Il fil rouge dell’esposizione è “L’onirico”.
Alla fine degli anni ’70 Mauro Lombardo, patron della galleria La Vite, quale mercante in esclusiva di Sergio Vacchi, propone all’artista di dipingere una serie di ritratti. Lombardo scommette che sarà Giovanni Testori, il critico d’arte più importante di quel tempo, a curare il catalogo dedicato a queste opere.
Scommessa vinta per Lombardo nonostante tra i due vi fosse stata una diatriba, che mai sminuì la reciproca stima.
Nasce una fortunata ed enorme produzione di ritratti, cui segue anche il catalogo “Volte Face” a firma di Testori. La Galleria La Vite, ad un anno dalla scomparsa di Sergio Vacchi, allestisce la mostra mettendo in mostra ben 45 opere di questa serie. Mauro Lombardo e la figlia Ida decidono però di inserire anche altre opere di Vacchi, premessa della mostra è la grande Crocifissione dal titolo “Inri, la storia”. Trova spazio anche una tela della famosa serie dei tetti di Roma.
Accanto a Vacchi, i Lombardo accostano Fabrizio Clerici, per eccellenza, l’artista italiano dell’inquietudine. Ciò che lega i due pittori sono le visioni oniriche e metafisiche. Due artisti che, pur avendo un approccio concettuale diverso, si stimano reciprocamente.
Clerici non ha bisogno di presentazioni: di lui hanno scritto i maggiori intellettuali del XX secolo. La definizione dai più condivisa per Clerici è a firma di Leonardo Sciascia che lo chiamerà archeologo dei sogni.
Viene esposta alla mostra catanese una delle sue opere più conosciute “Un Istante Dopo”, tela concepita al tempo della guerra fredda che immagina il mondo subito dopo lo scoppio di una grande e distruttiva bomba nucleare.
Esposta anche la straordinaria veduta di “Venezia senz’acqua”, opera emblematica “dell’inutilità degli sforzi umani”. In mostra “l’Isola dei morti di Böcklin”, tema su cui Clerici ha eseguito numerose variazioni.
Ida Lombardo presenta i progetti della galleria La Vita che si trasforma in fondazione: «Ci ripromettiamo di mettere a disposizione della città di Catania il grande patrimonio artistico in nostro possesso, cambia la nostra mission – afferma – dopo 40 anni di intensa attività ed una mole di opere enorme, da mercanti adesso ci riproponiamo di fare cultura. Non solo, vogliamo avviare una serie di collaborazioni con le scuole e le accademie d’arte per scoprire e dare spazio ai giovani. Vogliamo offrire opportunità e con questa mostra inauguriamo una nuova stagione per La Vite che oggi si propone nelle vesti di museo più che di galleria».