La Corte d’assise d’appello per i minorenni di Catania, accogliendo la richiesta della Procura, ha confermato la condanna a 16 anni di reclusione del 15enne reo confesso dell’omicidio della madre, Valentina G. di 32 anni, assassinata nella sua abitazione il 25 luglio del 2022. L’avvocato che assiste il minorenne, il penalista Francesco Giammona, aveva chiesto la concessione delle attenuanti generiche che il giudice ha rigettato e attende il deposito delle motivazioni, previste entro i prossimi 30 giorni, prima di valutare di ricorrere contro la sentenza.
LA VICENDA
La madre Ventina voleva rompere definitivamente con la famiglia dell’ex compagno. Voleva allontanarsi, portare i figli, 10 e 15 anni, in salvo. Voleva che crescessero lontani da un ambiente che aveva portato il loro padre a fare scelte sbagliate e finire in carcere. Ma il più grande dei due, quello che scriveva sui social «Papà sei il mio leone», non la pensava così. Liti, tensioni e la decisione del ragazzo di trasferirsi a casa dei nonni paterni, mentre la mamma stava col fratellino in un altro appartamento dello stesso stabile. Fino a quando, al culmine di una lite, l’adolescente non si è scagliato contro la donna, 32 anni colpendola ripetutamente con un coltello.
LA SENTENZA DI 1° GRADO
Secondo quanto ricostruito dall’accusa il 15enne non avrebbe accettato la decisione della madre di lasciare la casa e di allontanarsi col fratellino più piccolo lontano dal loro quartiere, San Cristoforo, e dalla famiglia dell’ex compagno, arrestato nel 2018 e ancora detenuto per una storia di furti d’auto e un tentato omicidio. Un uomo violento che Valentina aveva più volte denunciato per maltrattamenti. Il Gup del Tribunale per i minorenni di Catania, il 23 gennaio scorso a conclusione del processo celebrato col rito abbreviato, aveva accolto la richiesta della Procura condannando il figlio a 16enne di reclusione. La famiglia della vittima si era costituita parte lesa assistita dall’avvocato Salvo Cannata. Il minorenne aveva confessato il delitto durante l’udienza per la convalida del suo fermo eseguito il giorno dopo il delitto dalla squadra mobile della Questura che aveva indagato sul caso. Il Gip, accogliendo la richiesta della procuratrice Carla Santocono, aveva emesso un’ordinanza cautelare. Gravissimi gli elementi indiziari, aveva sottolineato la Procura per i minorenni di Catania, erano emersi a carico del 15enne dalle indagini della polizia che ricostruivano come l’omicidio «fosse maturato in ambito familiare».
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