Ipotesi di reato per quattro persone – a vario titolo – anche per sicurezza, lavoro nero, alimenti congelati non indicati, oltraggio a pubblico ufficiale
Quattro persone risultano indagate in stato di libertà dopo un controllo straordinario del Commissariato di Polizia Borgo-Ognina presso uno stabilimento balneare con annesso bar ristorante del lungomare di Catania, nel corso del quale sono emerse diverse criticità sotto il profilo della sicurezza e della salubrità sui luoghi di lavoro, in materia di frode in commercio e truffa ai danni dello Stato.
I fatti nascono dalla pubblicizzazione di un evento danzante che avrebbe dovuto tenersi la sera del 25 agosto e ciò sarebbe avvenuto in assenza di autorizzazione amministrativa e senza il rispetto delle norme sulla sicurezza dei luoghi di intrattenimento con particolare riferimento alla piattaforma del lido.
Nel pomeriggio del 25, i poliziotti si sono recati nella struttura e hanno rilevato molteplici problemi di sicurezza e, in generale, una scarsa manutenzione dei luoghi: la porta a vetri dell’infermeria, posta immediatamente dopo il banco della reception, era lesionata e quindi pericolosa per la sicurezza delle persone, sporcizia pregressa, gradini a rischio inciampo, dislivello del pavimento, oggetti con rischio di caduta dall’alto, impianto elettrico con fili volanti ritenuto non idoneo e tutto ciò è stato riscontrato in un contesto in cui vi erano numerose avventori tra cui bambini che giocavano.
I gestori del lido sono stati indagati in stato di libertà per i relativi reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro previsti dal d. lgs. 81/2008.
Fatto ulteriore è che al momento del controllo, l’amministratore legale del lido, anche titolare di licenza del questore per la tenuta dei giochi leciti, si trovava fuori Catania e il gestore di fatto non era indicato quale preposto ragione per la quale è stata irrogata ai sensi dell’art. 9 TULPS la sanzione amministrativa di euro 1.032.
Controllati i locali ristorazione ed identificato un soggetto intento a lavorare senza un regolare contratto di lavoro come pizzaiolo, sottopagato e privo dell’attestato di formazione professionale richiesto ai fini di una corretta manipolazione degli alimenti da somministrare al pubblico; il lavoratore, ha anche dichiarato di percepire il Reddito di Inclusione (REI) che, come noto, è una misura di povertà nazionale di contrasto alla povertà; ha anche affermato di avere presentato all’Inps una dichiarazione ove attesta di essere disoccupato e, per tale motivo, l’uomo è stato indagato in stato di libertà per il reato di truffa aggravata ai sensi dell’art. 640 bis che punisce il conseguimento di erogazione pubbliche non spettante.
All’interno delle cucine sono state riscontrate condizioni igienico-sanitarie scarse, con elevata sporcizia pregressa e, fatto ulteriore, è che all’interno del pozzetto congelatore sono stati rinvenuti oltre 20 kili di surgelati (arancini, soffritti, merluzzo, olive ascolane, patatine ed altro ancora) non menzionati come tali nel menù da esporre al pubblico.
Per questo motivo, il titolare del bar, giunto sul posto successivamente, è stato indagato per il reato di tentata frode in commercio e ai sensi dell’art. 64 del decreto 81/2008. Il gestore del bar/ristorante, di fronte dell’evidente stato di sporcizia e delle gravi violazioni riscontrate, ha anche inveito contro i poliziotti negando gli addebiti e aggiungendo; quindi si è anche proceduto ad indagarlo in stato di libertà per il reato di oltraggio a P.U.
In ultimo, i titolari dello stabilimento balneare e del locale ristorazione, sono stati diffidati formalmente dal tenere la prevista serata danzate e ciò, come detto, per mancanza delle previste autorizzazioni e a tutela dell’incolumità pubblica.