L’Associzione italiana donatori organi di Catania, in occasione della festa di sant’Agata ha allestito un banchetto nei pressi della cattedrale per sensibilizzare sull’importanza della donazione
In una Piazza Duomo, a Catania, che si accingeva a chiudere i festeggiamenti in onore di sant’Agata, sabato mattina, banchetti di varie associazioni di volontariato etnee, all’ombra della cattedrale, hanno reso tangibile, con la loro presenza, il significato dell’altruismo e dell’attenzione verso gli altri. Tra le tante associazioni anche l’Aido (Associazione italiana per la donazione di organi, tessuti e cellule) provinciale di Catania.
Le motivazioni di questa presenza le spiega direttamente il presidente provinciale dell’AIDO Catania, Michele Tuttobene: «La giornata di oggi vuole rivolgersi a persone di ogni ceto ed età per costruire un percorso educativo sociale allargato e accendere l’attenzione verso questo problema; fare riflettere che la donazione è, semplicemente, la continuità della vita».
Un itinerario, dunque educativo, che parte dai dati: ben 9234 persone in lista d’attesa per un trapianto. Il trapianto d’organi in molti casi rappresenta l’ultimo rimedio terapeutico, ma il divario tra il bisogno di molti e la disponibilità degli organi è ancora notevole. Qualora non fosse chiaro, i volontari aidini spiegano che si tratta di un gesto semplicissimo, che non comporta nulla da parte di chi si propone di aderire.
Non occorre eroismo, solo l’assenso alla donazione, che avverrà nell’eventualità di una morte cerebrale accertata, in una struttura idonea, dotata di un reparto di animazione, quindi nessun particolare impegno. L’impegno, invece, lo mettono i volontari, costantemente a disposizione nel dare informazioni, dissipando tutti i dubbi che possono sorgere rispetto alla scelta della donazione. «In questo senso, l’impegno quotidiano – precisa il presidente Tuttobene – dei volontari AIDO mira a coinvolgere i cittadini, attraverso la conoscenza, ad una scelta consapevole sul valore della donazione. La sfida è alta, è ambiziosa, è umana, è vera. I volontari AIDO hanno raccolto questa sfida e quotidianamente si impegnano per realizzarla».
Il valore della donazione e della vita vanno pressoché a coincidere nella missione di sprone ad essere solidali. Iniziative miranti a questo scopo si sommano e le sezioni comunali aumentano, ma ancora c’è tanto lavoro da fare: «Sin da quando l’AIDO è nata l’intenzione era quella di costruire una cultura della donazione attraverso il raggiungimento di un numero di iscritti sempre più vicino al numero degli italiani. Tante sono state le iniziative che hanno portato a strutturare gruppi comunali, persone che avessero come obiettivo prioritario la raccolta di iscrizioni e consensi».