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Home » Cronaca » Catania. Mafia, operazione “Thor” contro Santapaola-Ercolano: luce su 23 omicidi (VIDEO E FOTO)

Catania. Mafia, operazione “Thor” contro Santapaola-Ercolano: luce su 23 omicidi (VIDEO E FOTO)

Pietro Nicosia Di Pietro Nicosia
25 Febbraio 2020
in Cronaca
Tempo di lettura:6 mins read
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Guerra di mafia: indagine su omicidi commessi in circa vent’anni, alcuni dei quali a Belpasso

Su delega della Procura Distrettuale, i Carabinieri del ROS hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 23 appartenenti al clan mafioso Santapaola-Ercolano.
Il provvedimento è scaturito da un’articolata attività d’indagine avente ad oggetto 23 omicidi (tra cui un triplice omicidio, due duplici omicidi e complessivi 3 casi di “lupara bianca”), commessi tra la fine degli anni ’80 ed il settembre 2007.

L’indagine, denominata “Thor”, è stata avviata nell’aprile del 2018, all’indomani della collaborazione con la giustizia di Francesco Squillaci, già uomo d’onore della famiglia Santapaola-Ercolano, le cui propalazioni hanno consentito di riscontrare quelle rese nel tempo da Maurizio Avola, Umberto Di Fazio, Natale Di Raimondo, Fortunato Indelicato, Santo La Causa, Ferdinando Maccarrone, Fabrizio Nizza, Giuseppe Raffa e Claudio Severino Samperi, fino a quel momento rimaste prive di riscontri.

I soggetti colpiti da provvedimento sono:
– ADORNETTO Alfio, nato a Misterbianco (CT) il 30.10.1971;
– BATTAGLIA Santo, nato a Catania il 4.3.1961, detenuto per altra causa;
– BRANCIFORTE Filippo, nato a Catania il 20.1.1964, detenuto per altra causa;
– CARUSO Enrico, nato a Venezia il 29.4.1955;
– CAVALLARO Giovanni, nato a Catania il 9.9.1972, detenuto per altra causa;
– COCUZZA Giuseppe, nato a Leonforte (EN) il 19.2.1963, detenuto per altra causa;
– COCUZZA Nunzio, nato a Leonforte (EN) il 30.10.1966, detenuto per altra causa;
– COCIMANO Orazio Benedetto, nato a Catania il 10.1.1964, detenuto per altra causa;
– DI GRAZIA Francesco nato a Catania il 12.12.1966, detenuto per altra causa;
– ERCOLANO Aldo, nato a Catania il 14.11.1960, detenuto per altra causa;
– FASCETTO Natale Salvatore nato a Catania il 25.12.1970, detenuto per altra causa;
– FILLORAMO Natale Ivan, nato a Catania il 7.9.1974, detenuto per altra causa;
– MACCARRONE Francesco nato a Catania il 9.9.1961, detenuto per altra causa;
– MAGRÌ Angelo Marcello, nato a Catania il 20.1.1970, detenuto per altra causa;
– MAGRÌ Orazio, nato a Catania il 15.5.1971, detenuto per altra causa;
– NARDO Sebastiano, nato a Lentini (SR) 27.3.1948, detenuto per altra causa;
– PATTI Cesare Natale, nato a Catania 24.12.1958, detenuto per altra causa;
– QUATTROLUNI Aurelio, nato a Catania il 7.2.1960;
– SANTAPAOLA Vincenzo (fu Salvatore), nato a Catania il 30.08.1956, detenuto per altra causa;
– SANTAPAOLA Vincenzo Salvatore (di Benedetto), nato a Catania il 2.6.1969, detenuto per altra causa;
– SQUILLACI Giuseppe, nato a Catania il 26.8.1946, detenuto per altra causa;
– SQUILLACI Nicolò Roberto Natale, nato a Catania il 25.12.1970, detenuto per altra causa;
– ZUCCARO Nunzio, nato a Catania il 27.10.1962.

Le vicende omicidiarie oggetto del provvedimento cautelare sono le seguenti:

– A) omicidio di Santapaola Angelo e Sedici Nicola, commessi a Catania il 26.9.2007: sono chiamati a risponderne Vincenzo Salvatore Santapaola, Orazio Magrì e Natale Ivan Filloramo. Il fatto è stato oggetto di giudizio nell’ambito del procedimento “Iblis”, limitatamente alle posizioni di Vincenzo Maria Aiello e Salvatore Di Bennardo, il primo direttamente coinvolto nella vicenda omicidiaria e condannato in via definitiva all’ergastolo ed il secondo responsabile di favoreggiamento personale. Nell’ambito del presente procedimento, invece, sono stati acquisiti elementi certi sulla riconducibilità del delitto in capo a Vincenzo Salvatore Santapaola, figlio di Nitto, in quel periodo a capo della famiglia (preoccupato dall’ingombrante presenza di Angelo Santapaola, della sua autonoma operatività e dei rapporti diretti e privilegiati con cosa nostra palermitana), e nei confronti di Orazio Magrì, quale esecutore materiale del duplice delitto e di Natale quale Filloramo coautore;

– B) omicidio di Roberto Pistone, commesso in Catania l’8.5.1992: sono chiamati a risponderne Quattroluni Aurelio e Di Grazia Francesco. L’omicidio va ascritto al conflitto tra i Mazzei, intesi carcagnusi, e i c.d.cursoti. In detta vicenda, i Santapaola – Ercolano agirono nell’interesse dei primi, essendo Pistone un cursoto;

– C) omicidio di Tomaselli Santo Nunzio, commesso in Catania il 2.3.1992: sono chiamati a risponderne Fascetto Natale Salvatore, Maccarrone Francesco e Branciforte Filippo. La vittima era affiliata ai cursoti e l’omicidio va ascritto al conflitto tra questi ultimi ed i Mazzei, intesi carcagnusi, con i primi appoggiati dai Santapaola – Ercolano;

– D) omicidio di Villa Sebastiano, commesso in Catania il 12.2.1992: sono chiamati a risponderne Maccarrone Francesco e Branciforte Filippo. Non sono emerse le ragioni dei contrasti tra la vittima e Branciforte Filippo, che volle l’omicidio;

– E) omicidio di Bonanno Carmelo, commesso in Catania il 30.12.1991: sono chiamati a risponderne Squillaci Giuseppe e Maccarrone Francesco. La vittima, appartenente ai cursoti, aveva frizioni con i fratelli Maccarrone i quali ne chiesero l’omicidio che, dunque, passò per fatto ascrivibile allo scontro in atto tra i cursoti ed i Mazzei, benché maturato in ambiti privati;

– F) omicidio di La Spina Rosario, commesso in Ragalna il 23.6.1992: sono chiamati a risponderne Squillaci Giuseppe e Battaglia Santo. Trattasi di caso di c.d. lupara bianca. L’omicidio fu voluto da Battaglia che riteneva la vittima inaffidabile, sospettandola di essere autore di confidenze alle FF.PP.;

– G) omicidio di Lo Moro Francesco, di anni 20, commesso in Motta Sant’Anastasia il 7.6.1994: è chiamato a risponderne Di Grazia Francesco. Le ragioni dell’omicidio vanno ricercate nel fatto che la vittima era considerata responsabile di una rapina ad un distributore dell’uomo d’onore D’agata Marcello. Peraltro suo padre era ritenuto affiliato al clan Cappello, assetto in contrasto con la famiglia Santapaola – Ercolano;

– H) omicidio di Bertolo Angelo, commesso in Catania l’1.7.1994: sono chiamati a risponderne Cocuzza Nunzio e Zuccaro Nunzio. L’omicidio ha una duplice causale: il fratello della vittima aveva avuto una lite con Di Giacomo Giuseppe, reggente del clan Laudani, ed era ritenuto legato al clan Cappello che la vittima, dal canto suo, aveva pubblicamente indicato come più importante della famiglia Santapaola – Ercolano;

– I) omicidio di Maugeri Antonio, commesso in Belpasso il 19.9.1996: è chiamato a risponderne Magrì Angelo Marcello. La vittima, forte del rapporto con il gruppo dei c.d. Tuppi di Misterbianco, era in disaccordo con gli Squillaci di Piano Tavola, a richiesta dei quali Magrì consumò materialmente il delitto;

– J) omicidio di Catalano Cirino, Motta Salvatore e Sambasile Salvatore, commesso in Lentini il 10.4.1991: sono chiamati a risponderne Squillaci Giuseppe, Maccarrone Francesco, Cocuzza Nunzio e Nardo Sebastiano. Si tratta di delitto commesso nell’interesse ed a richiesta del gruppo Nardo di Lentini. Né Catalano  né Motta erano tra gli  obiettivi dei killer e furono attinti per errore di persona, essendo entrambi estranei ad ambienti mafiosi;

– K) omicidio di Cirincione Nicola, commesso in Camporotondo Etneo il 4.10.1990: sono chiamati a risponderne Ercolano Aldo, Squillaci Giuseppe, Di Grazia Francesco, Caruso Enrico e Maccarrone Francesco. La vittima apparteneva alla famiglia Santapaola – Ercolano e venne uccisa perché ritenuta inaffidabile in quanto tossicodipendente;

– L) omicidio di Montauro Salvatore, in Belpasso il 10.7.1991: è chiamato a risponderne Di Grazia Francesco. È un caso di c.d. lupara bianca ascrivibile al timore che la vittima, vicino ai Cappello, potesse compiere omicidi in pregiudizio dei Santapaola;

– M) omicidio di Paratore Antonino, commesso in Catania il 24.5.1991: sono chiamati a risponderne Squillaci Giuseppe e Maccarrone Francesco. PARATORE, affiliato alla famiglia Santapaola – Ercolano, venne ucciso perché accusato di trattene per sé i proventi delle attività estorsive e di gestire in modo autonomo il traffico di stupefacenti;

– N) omicidio di Tomaselli Giovanni, commesso in Catania il 24.5.1995: sono chiamati a risponderne Cocuzza Giuseppe e Patti Cesare Natale. La vittima, affiliata al clan Cappello, aveva ostacolato l’attività estorsiva dei Santapaola – Ercolano;

– O) omicidio di Zammataro Agatino, commesso in Catania il 20.11.1996: sono chiamati a rispondere Branciforte Filippo, Magrì Angelo Marcello e Cavallaro Giovanni. Zammataro Agatino, suocero di Magrì, venne ucciso per volontà di quest’ultimo e per dissidi di carattere familiare;

– P) omicidio di Calabrese Salvatore e Prestifilippo Cirimbolo Gabriele, commesso in Catania il 3.12.1992: sono chiamati a risponderne Branciforte Filippo e Fascetto Natale Salvatore. L’omicidio venne eseguito a richiesta delle famiglie mafiose dell’ennese che mal sopportavano l’autonomia criminale dei due giovani;

– Q) omicidio di Bonanno Vito, commesso in Catania il 19.10.1995: sono chiamati a risponderne Santapaola Vincenzo (nipote di Nitto) e Cocimano Orazio Benedetto. L’omicidio avvenne nell’ambito dello scontro tra la famiglia Santapaola – Ercolano ed elementi del disciolto clan del malpassoto, con la prima decisa ad eliminare coloro che non ne riconoscevano la supremazia;

– R) omicidio di Grasso Pietro, commesso in Belpasso il 22.7.1989: sono chiamati a risponderne Squillaci Nicolò Roberto Natale e Maccarrone Francesco. La vittima apparteneva al clan dei c.d. Tuppi di Misterbianco e l’omicidio si inquadra nei contrasti tra detta associazione mafiosa ed il clan retto, all’epoca, da Pulvirenti Giuseppe, inteso u malpassoto.

– S) omicidio di Torre Giuseppe, di anni venti, commesso in Misterbianco il 16.2.1992: è chiamato a risponderne Adornetto Alfio. L’omicidio avvenne ad opera del clan del malpassoto perché tramite il ragazzo, figlio della compagna di Gaetano Nicotra del clan dei c.d. Tuppi di Misterbianco, contrapposto al primo, si voleva rintracciare il Nicotra che si era reso irreperibile ed ucciderlo. Il ragazzo che non era a conoscenza di alcuna informazione utile fu interrogato, torturato ed ucciso per poi bruciare il cadavere con il metodo dei “copertoni”);

– T) omicidio di Abate Luigi, commesso in Catania il 2.1.1992: sono chiamati a risponderne Quattroluni Aurelio e Di Grazia Francesco. La vittima era ritenuta responsabile di furti di mezzi d’opera in relazione ai quali cosa nostra fu richiesta di intervenire;

– U) omicidio di Furnò Antonio, commesso in Valcorrente il 13.9.1990: sono chiamati a risponderne Ercolano Aldo e Di Grazia Francesco. Trattasi di un caso di c.d. lupara bianca verificatosi perché la vittima fu ritenuta responsabile di una rapina in danno di un supermercato di Ercolano Aldo;

– V) omicidio di La Rosa Domenico, commesso in Catania il 24.9.1992: è chiamato a risponderne Ercolano Aldo. La vittima era specializzata in rapine e, nel corso di una di esse, perpetrata nel 1983, venne ucciso il fratello di Arcidiacono Francesco, inteso u salaru, che pertanto chiese ed ottenne vendetta;

– W) omicidio di Colombrita Maurizio, commesso in Catania il 28.1.1991: è chiamato a risponderne Ercolano Aldo. La vittima era estranea ai contesti mafiosi e fu uccisa per errore in luogo del fratello, destinatario dell’attentato perché appartenente al clan Cappello.

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Iscritto all’Albo dei Giornalisti dal 1993, collabora con le differenti tipologie di media: carta stampata, tv, internet. Fra le diverse forme di giornalismo predilige il racconto dei luoghi siciliani con le immagini e con le parole.

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