La donna ha sbattuto più volte il figlioletto al suolo. Il bimbo morto in ospedale a metà novembre
Su delega della Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, la Polizia di Stato (Commissariato Borgo Ognina) ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti della 26enne F.V. S. per il reato di cui agli articoli 575 e 577 del codice penale, in quanto avrebbe provocato la morte del figlio di appena tre mesi (F.L. le iniziali del piccolo), dapprima scuotendolo violentemente e poi lanciandolo al suolo e sbattendolo più volte contro il pavimento, con l’aggravante di aver agito contro il discendente. I fatti sono avvenuti il 14 novembre scorso, mentre il decesso è subentrato l’indomani.
Il 14 novembre, il piccolo F. L. di soli tre mesi di vita (nato il 31 luglio scorso), è stato condotto nel pronto soccorso dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania e poi, da qui, intubato per via oro-tracheale, non sedato, pallido ed ipoteso, presso l’unità di rianimazione pediatrica dell’ospedale Garibaldi Nesima di Catania, dove veniva ricoverato in prognosi riservata per la presenza, tra l’altro, di un imponente ematoma nella regione parietotemporale destra con numerose emorragie sparse su tutto l’ambito retinico.
Nonostante tutte le cure e l’assistenza prestata dai sanitari e attestata dalle certificazioni in atti, il piccolo è deceduto il giorno dopo. Nell’immediatezza del ricovero, come si legge anche nel certificato di pronto soccorso, la madre ha riferito che il piccolo si era fatto male dopo essere caduto accidentalmente dalle sue braccia a causa di una spinta che si era dato.
Successivamente, però, attraverso l’audizione di tutti i soggetti intervenuti nell’immediatezza, e della stessa 26enne, alla presenza del difensore di fiducia, si accertava che la caduta del bambino non era stata accidentale bensì che era stata la madre dello stesso a scaraventarlo a terra con forza.
All’esito anche di consulenza neuropsichiatrica si determinava a richiedere la misura custodiale; richiesta accolta dal GIP in sede che ha ritenuto “integrata una continuità di azione dell’indagata la quale – attesa anche la tenerissima età del figlio – agiva di certo al fine di ucciderlo (dolo intenzionale) e, comunque, si è rappresentata l’evento omicidiario come realizzabile con elevato grado di probabilità o anche con certezza come conseguenza diretta ed immediata della propria azione (dolo diretto).
Pertanto, non può in nessun modo ritenersi corrispondente al vero neppure quanto dalla stessa riferito in odine alla assenza di volontà omicida ai danni del neonato”.
L’arrestata è stata rinchiusa nella Casa Circondariale di Catania, dove verrà interrogata dal Gip.