Dopo tre anni di commissariamento, Enzo Bianco è il primo Sindaco della Cittá Metropolitana
Nella magnifica cornice di Palazzo Minoriti a Catania, sede di rappresentanza di quella che è ormai l’ex Provincia regionale, si è celebrato nella tarda mattinata di oggi, l’insediamento del primo Sindaco della Città Metropolitana di Catania, Enzo Bianco, così come delineato dall’ARS con la Legge Regionale n.8 del 17 maggio 2016. Al Suo fianco, la segretaria Natalia Torre e l’attuale commissario Maria Costanza Lentini – che rimarrà in carica fino al termine ultimo del 30 Settembre – per le funzioni proprie del consiglio metropolitano; consiglio che seguirá la strada delle elezioni di secondo livello. L’emozione è certamente palpabile sul volto del primo cittadino metropolitano che, dismessa la fascia tricolore, ha subito indossato la fascia blu fino a tre anni fa indossata dall’ultimo presidente della provincia Giuseppe Castiglione.
Trasporti, edilizia scolastica, servizi sociali, partecipate, sono solo alcune delle “patate bollenti” che il “sindaco dei sindaci” troverà sul suo tavolo a partire da domani, ma che comunque dovranno ancora attendere il completamento dell’assetto giuridico per essere pelate nella loro interezza.
L’insediamento di Bianco, che in ordine temporale succede a quello di Leoluca Orlando avvenuto ieri a Palermo, rappresenta sicuramente un momento di ripartenza per un ente che da tre anni a questa parte vive nel limbo dell’incertezza e che ha anche ispirato il film campione d’incassi “Quo vado?” del comico Checco Zalone. Diversi momenti di impasse politico con conseguente gap normativo tipicamente made in Sicily, sono stati i comuni denominatori di un continuo rinvio dell’insediamento.
Una “crocettata” all’ultimo sangue, che ha visto contrapposto un presidente regionale che ambiva all’elezione di secondo livello (si erano già convocate le elezioni lo scorso novembre) e un governo centrale che chiedeva il semplice recepimento di una normativa nazionale – la Del Rio – dove il sindaco del comune capoluogo coincide con quello della città metropolitana; proprio quest’ultimo scenario è stato quello che ha dato il via libera al neo sindaco, pardon, supersindaco.