Si rischiano sanzioni penali che non sono decise dalle forze dell’ordine, ma da un giudice al termine di un processo
Chi va a cavallo, chi se ne va a raccogliere asparagi, chi va in giro e rimane coinvolto in un incidente stradale. Il bilancio dei Carabinieri impegnati, negli ultimi giorni, nel controllo del territorio etneo per far verificare il rispetto delle disposizioni contenitive per la diffusione del Coronavirus, se da un lato suscita qualche sorriso, dall’altro fa indignare, e molto. È, infatti, tanta la leggerezza con cui alcune persone trasgrediscono le norme imposte per controllare la diffusione del virus, che alla luce dei fatti è tutt’altro che una banale influenza.
I Carabinieri della Stazione di Piedimonte Etneo hanno denunciato un 67enne di Mascali perché, in via Noci a Piedimonte Etneo, è stato sorpreso mentre a bordo di un calesse faceva passeggiare il suo cavallo, senza fornire alcuna spiegazione ai militari che lo avevano fermato. A Randazzo, i militari hanno denunciato padre e figlio randazzesi, l’uno di 55 e l’altro di 28 anni, per violazione delle vigenti disposizioni sul contenimento del Coronavirus. In particolare i due sono stati sopresi dai militari mentre si trovavano in largo San Giuliano e, alle richieste di spiegazioni dei militari, i due hanno risposto che stavano recandosi a raccogliere asparagi.
I Carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Palagonia hanno denunciato due gelesi di 32 e 34 anni, perché ritenuti responsabili della violazione delle disposizioni per il contenimento del Covid-19, nonché degli artt. 186/7 e 187/8 del C.d.S.. I due, che a bordo della loro autovettura erano stati coinvolti in un incidente autonomo nel territorio di Mineo lungo la SS. 417 Catania-Gela, non sono infatti stati in grado di fornire ai militari intervenuti per i soccorsi giustificate motivazioni della loro presenza in quel luogo, nonché il guidatore, oltretutto, si è rifiutato di sottoporsi agli esami per l’accertamento del consumo di sostanze alcoliche e/o stupefacenti.
Vale la pena ricordare che, per la violazione delle misure di contenimento, si rischiano conseguenze penali e non amministrative. Le forza dell’ordine, infatti, non rilasciano verbali di accertamento con bollettini da pagare. I pubblici ufficiali che hanno notizia di un qualunque reato, la trasmettono alla Procura della Repubblica che iscrive un procedimento a carico del presunto responsabile; la sanzione sarà poi determinata da un giudice al termine di un processo, insieme alla eventuale condanna.