Il valore più alto il 32% registrato nel mese di novembre. Il sindaco: «Dati al 66% non inviati dai nostri uffici»

Adesso c’è anche l’avallo del sindaco Totò Mastroianni: i dati sulla differenziata al 66% a Santa Maria di Licodia erano sbagliati. Il primo cittadino mette fine alle polemiche con una breve nota stampa, nella quale certifica quel che avevamo titolato come “dati taroccati”, in riferimento ad una percentuale che poneva Licodia come il comune siciliano con maggiore “performance” di risalita.
«Facendo seguito al comunicato regionale dell’8 febbraio 2017 – si legge nel comunicato a firma di Totò Mastroianni – sul rifiuto differenziato, tenuto conto del particolare interesse che ha suscitato nella nostra comunità, avendo assunto tutte le informazioni necessarie per avere la contezza dei dati, si informa la cittadinanza sui dati della differenziata nei mesi di settembre, ottobre, novembre, dicembre 2016:
settembre: indifferenziata tonnellate 192, 680; tonnellate di differenziata 14,460; percentuale di differenziata 6,98%;
ottobre: indifferenziata tonnellate 149,360; tonnellate di differenziata 33,840; percentuale di differenziata 18,47%;
novembre: indifferenziata tonnellate 136,060; tonnellate di differenziata 65,120; percentuale di differenziata 32,37%;
dicembre: indifferenziata tonnellate 119,140; tonnellate di differenziata 56,120; percentuale di differenziata 31,95%.
Si ribadisce altresì che i dati pubblicati dalla Regione in data 8 febbraio con la percentuale di differenziata al 66% non sono stati inviati dai nostri Uffici Comunali. Quindi presumibilmente si è trattato di un mero errore».
Il gruppo consiliare di opposizione, “La Scelta”, aveva, dunque, ragione quando ha intuito, sulla base di un semplice calcolo matematico, che i conti non tornavano, attirandosi anche la replica piccata del sindaco. Politica, e campagna elettorale, a parte, adesso la partita si sposta sull’individuazione delle responsabilità in merito alla comunicazione, o all’elaborazione dei dati: il primo cittadino afferma che la responsabilità dei dati “taroccati” non è degli uffici comunali. Necessaria, a questo punto, la massima chiarezza per capire dove il meccanismo non ha funzionato e se si è trattato di un banale errore, o di una precisa intenzione.