Il vento sta facendo ricadere le sottili particelle emesse dal vulcano sui centri abitati di Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia
Dopo la paura per l’esplosione freatica avvenuta nella tarda mattinata di oggi, che poteva trasformarsi in una vera e propria tragedia per quanti erano in prossimità del fronte lavico alla base del nuovo cratere di Sud-Est dove sono rimaste ferite dieci persone (fra cui turisti inglesi e personale di una troupe della BBC) colpiti dai lapilli soprattutto alla testa (rileggi l’articolo), l’Etna continua a dare spettacolo di sé con un’altissima colonna di sabbia vulcanica che, con la complicità del vento che soffia direzione sud-ovest, sta ricadendo su diversi paesi etnei tra cui Adrano, Biancavilla e Santa Maria di Licodia.
Il Dipartimento Regionale di Protezione Civile ha emesso un proprio bollettino per il rischio vulcanico etneo valido dalle 13:55 di oggi fino all’emissione di un successivo comunicato, che fissa il livello di allerta su “giallo”. In questa fase, alcune precauzioni potrebbero essere d’aiuto ai cittadini che si ritrovano a dover contrastare il fenomeno della ricaduta della sabbia vulcanica sui diversi centri abitati. La caduta delle ceneri vulcaniche, potrebbe provocare moderati disturbi dell’apparato respiratorio se l’esposizione si dovesse prolungare nel tempo o per coloro che sono affetti da malattie respiratorie croniche. Attenzione va fatta per i possibili granelli che potrebbero accidentalmente finire all’interno dell’occhio creando congiuntiviti ed abrasioni. In queste situazioni, la Protezione Civile raccomanda che durante la caduta delle ceneri è pertanto consigliato rimanere in casa con le finestre chiuse oppure se si è costretti ad uscire sarebbe opportuno indossare mascherine e occhiali protettivi.
Massima attenzione va posta se ci si mette alla guida di autoveicoli, soprattutto se a due ruote, in quanto la cenere vulcanica potrebbe rendere scivoloso l’asfalto facendo perdere il controllo dei veicoli. Al momento rimane regolare l’attività di partenza ed atterraggio degli aeromobili dell’aeroporto di Catania, che non risulta essere interessato dalla ricaduta del sottilissimo prodotto vulcanico.