Ancora donne uccise da uomini che dicono di amarle. La denuncia l’unico vero mezzo di “prevenzione”
Cos’è un Centro Antiviolenza? Cos’è Calypso? Calypso è appunto un Centro Antiviolenza Antistalking (attivo a Biancavilla) fondato nel 2012 da me (Pilar Castiglia n.d.r.), Laura Mirona e Sonya Terranova, due giovani e promettenti psicologhe. È nato sulla base di una forte spinta solidaristica che ci ha portato a fondare una realtà che eravamo certe fosse necessaria sul territorio ma sinceramente non pensavamo fosse così tanto necessaria.
Con il passare del tempo, Calypso è diventato un riferimento per moltissime donne bisognose di aiuto, donne abituate a essere picchiate, denigrate, insultate, umiliate, donne senza autostima, donne disperate per le quali la violenza è il pane quotidiano, donne per le quali la violenza è la quotidianità, donne per le quali la violenza è come se fosse meritata. Successivamente, sono entrate a far parte del Centro altre operatrici, tra le più attive, Silvia Musarra, psicologa, Barbara Pulvirenti e Teresa D’Agate, pedagogiste, insieme alle quali, durante le accoglienze, abbiamo sentito storie di violenze ed abusi inimmaginabili.
Abbiamo visto donne bellissime, provenienti da tutta la provincia di Catania e anche oltre, dirci di essere brutte, di non valere niente, di non servire a niente, di non potere aspirare a una vita migliore. Donne giovani annientate, donne giovani ridotte al nulla, donne giovani senza aspirazioni, senza desideri, senza spinta verso la vita.
Ogni volta queste donne si rivolgono a noi spinte dal fatto che sono state appena picchiate e ancora con i lividi sul volto si presentano da noi o autonomamente o perché mandate da qualche amica o perché indirizzate dalle Forze dell’Ordine e ci dicono di volersi riscattare, di volere denunciare, di volere riemergere. Sembrano forti, convinte, sembra che nulla li possa fermare e invece molto spesso, troppo spesso, non appena rientrano a casa, sentono i propri genitori dire che perdonare è la cosa migliore, che perdonare ancora una volta è la scelta giusta “per il bene dei figli”, che lui cambierà, che lui ha promesso di non alzare più le mani, che lasciarlo è una vergogna, che denunciare è una vergogna.
A ciò si aggiunga che queste donne vivono con lo spettro di vedersi tolti i figli! Eccolo! Il mito degli assistenti sociali che tolgono i figli! E noi andiamo avanti a miti, miti che ci fanno comodo per non cambiare la nostra situazione! E più andiamo avanti a miti e più continuiamo a credere che lui cambierà, più continuiamo a rimanere legati alla facciata della bella famiglia che la domenica va in chiesa e più alimentiamo il circuito perverso della violenza.
Ieri una donna è morta per le coltellate ricevute dal compagno e un’altra è stata bruciata viva dall’ex compagno e un’altra ancora è stata presa a martellate dal marito! Tutto questa mattanza solo ieri! Ad oggi sono 76 le donne uccise nel 2016! E a queste 76 vittime devono aggiungersi le vittime secondarie: i 1628 figli rimasti orfani della madre spesso per mano del proprio padre negli ultimi 15 anni.
E con tutto ciò, noi andiamo avanti con la facciata e con il perbenismo, andiamo avanti con il classico “io non so niente, io non ho visto niente, io non ho sentito niente” dei vicini di casa che quando vengono interpellati ipocritamente e mafiosamente dichiarano che “erano una famiglia normale”, “erano brave persone”!
Vergogna! Vergogna a chi sa e non denuncia! Vergogna a chi viene sentito dalle Forze dell’Ordine e puntualmente dichiara di non sapere nulla! Vergogna a che dice di non volere essere messo in mezzo! Chi fa questo è complice, chi fa questo dà un cattivissimo esempio ai propri figli, chi fa questo abbraccia la scelta dell’omertà, abbraccia la violenza e la legittima.
Denunciare, denunciare sempre! Chiedere aiuto alle Forze dell’Ordine se sappiamo che la nostra vicina viene picchiata, chiamare gli assistenti sociali se sappiamo che un bambino viene abusato. Farsi i fatti propri ha portato il nostro Paese allo sfascio, farsi i fatti propri ha portato il nostro Paese a soggiacere silenziosamente agli illeciti, farsi i fatti propri sta costando la vita a tante donne, tantissime donne, troppe.
Una donna ogni due giorni viene uccisa per mano dell’uomo che dice di “amarla”. Amore? Ma che amore è questo? Ma che famiglia è una famiglia nella quale si vive nel terrore? E intanto da quando sono presidente di Calypso insieme alle altre operatrici abbiamo avuto modo di costatare che dietro tantissime porte di case apparentemente perfette vige la violenza, vige la vergogna, vige il silenzio, vige l’omertà.
Sonya, Silvia, Barbara, Teresa ed io – il Centro Antiviolenza Antistalking Calypso, Biancavilla, affiliato al Coordinamento Donne Siciliane – siamo sempre pronte ad accogliere una richiesta di aiuto, lo facciamo da quattro anni e lo continueremo a fare ma lo possiamo fare meglio se queste povere donne non vengono lasciate sole, perché se non vengono lasciate sole hanno la forza di non tornare con il maltrattante e di sperare in una vita migliore, priva di violenza, per loro stesse e per i loro bambini che così avranno l’esempio di una madre che denuncia e che combatte per migliorare la propria condizione invece di quello di una madre che subisce passivamente le violenze, insegnando loro a fare altrettanto.