“Siete stati la famiglia di cui avevo bisogno in un momento così difficile, mi avete curato con professionalità, ma soprattutto coccolato con grande umanità”
Continuano a crescere gli attestati di stima nei confronti di tutto il personale medico, infermieristico e parasanitario dell’ospedale Maria Santissima Addolorata di Biancavilla da parte di pazienti che sono stati ricoverati all’interno del reparto Covid diretto dal dottore Maurizio Platania. Semplici parole, direbbe qualcuno, ma che portano con se le paure, le incertezze di chi si è trovato a dover combattere l’infezione da coronavirus all’interno dell’ospedale biancavillese. L’ultima, in ordine cronologico, è la lettera di un imprenditore di Santa Maria di Licodia, Vincenzo Pappalardo, che insieme alla sua famiglia ha voluto ringraziare l’operato di tutto il personale sanitario.
Una lettera che non è passata inosservata tra il personale sanitario dell’ospedale. «Sono molto emozionata» commenta una dottoressa del reparto Covid che quotidianamente cerca di aiutare con scienza e cuore i pazienti ricoverati. «Appena ho letto questa lettera mi sono uscite le lacrime. Vedere un paziente tornare a casa, dopo aver vissuto l’incubo del virus, è il successo più grande del nostro essere medici».
“Gentilissimi”scrive Pappalardo, “finalmente sono tornato a casa dopo un ricovero di due settimane; sono un uomo non più tanto giovane che ha attraversato tanti momenti difficili nella vita, ma oggi, più che in passato, sento il bisogno di scrivere queste poche righe per dirvi GRAZIE. Da quasi un anno ormai seguivo le notizie sulla pandemia con apprensione e paura, leggevo di malati costretti ad affrontare questo terribile virus, e spesso anche la morte, in solitudine; mi illudevo che tutto fosse lontano, che non potesse toccare me e la mia famiglia, perché noi seguivamo scrupolosamente le regole, mascherina, distanziamento, per proteggere noi stessi e i nostri cari. L’ultimo giorno del 2020, invece, saluta con un tampone positivo me e mia figlia”.
Un Capodanno da dimenticare, quello vissuto dall’imprenditore e dalla sua famiglia, che è stato poi ricoverato per complicazioni. “In un primo momento siamo forti, reagiamo bene, ma presto il mio stato di salute peggiora e la paura si impossessa di me. Mi rifiuto di andare in ospedale fino a quando le mie condizioni non lasciano alternative, saluto mia moglie temendo il peggio. Le immagini della terapia intensiva, dell’isolamento e della completa solitudine danzano davanti ai miei occhi ed è terrore. La realtà, fortunatamente, è stata diversa: la malattia è stata dura da combattere, molto dura, ma mai, in questi giorni, ho perso la fiducia e il coraggio.
Ogni medico, infermiere, operatore, dal primo momento, mi ha donato conforto e sostegno, gesti carichi di gentilezza e sensibilità, sguardi affettuosi, parole che mi hanno trasmesso forza, esattamente come avrebbero fatto i miei cari. Siete stati la famiglia di cui avevo bisogno in un momento così difficile, mi avete curato con professionalità, ma soprattutto coccolato con grande umanità.
Non conosco i vostri volti e non ricordo i nomi di tutti, ma non dimenticherò mai i vostri occhi colmi di speranza, l’abnegazione di chi mi è stato accanto. Ritorno a casa con la consapevolezza di aver incontrato delle persone speciali che mettono ogni giorno in pericolo la propria vita per salvare quella degli altri, incuranti della stanchezza e delle avversità. Rappresentate l’Italia più bella, fatta di altruismo e grandi capacità. Grazie di cuore, vi porterò sempre con me”.
Firmato Vincenzo Pappalardo e famiglia