Presentato ieri a Roma, presso il Consiglio nazionale delle ricerche, il Rapporto 2023 “MobilitAria”, Nell’ambito della conferenza ‘Mobilità 2030: aria pulita, decarbonizzazione, spazi sicuri nelle grandi città italiane’, lo studio annuale dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Cnr (Cnr-Iia) realizzato in collaborazione con Kyoto Club. Il rapporto analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2022 nelle 14 città metropolitane italiane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Venezia).
Le città metropolitane della Sicilia ancora lontane dal traguardo. Nella classifica, Palermo è terzultima e Catania ultima (dopo Reggio Calabria) risultando tra le città metropolitane italiane più lontane dall’obiettivo di mobilità sostenibile fissato dall’Unione europea per il 2030.
La mobilità sostenibile, nell’indagine, è definita da cinque indicatori: trasporto pubblico potenziato e non inquinante, mobilità attiva, mobilità condivisa, tasso di motorizzazione e ripartizione modale. Tra gli obiettivi Ue al 2030, ci sono: dimezzare i veicoli in circolazione per ogni città, far crescere ed elettrificare il trasporto pubblico, aumentare la mobilità ciclabile e pedonale, riequilibrare la ripartizione modale verso i sistemi sostenibili. Milano figura la più rispondente al target europeo con un deficit del 32%. Seguono Firenze (47%), Venezia (51%), Bologna (52%), Roma (53%), Torino (54%), Napoli (56%), Cagliari (66%), Genova (69%), Messina (69%), Bari (71%). Palermo è terzultima col 73%. Peggio fanno soltanto Reggio Calabria (75%) e Catania (76%).
Rispetto al 2021, anno ancora caratterizzato dalle restrizioni per l’emergenza Covid, in quasi tutte le città, sono aumentate le concentrazioni di biossido di azoto (NO2) con Palermo su tutte dove si è registrato un incremento del 24%. Seguono Bari e Catania (10%), Messina (9%), Napoli (8%), Firenze (6%). In controtendenza Reggio Calabria (-25%), Cagliari (-18%), Bologna (-4%) e Milano (-3%). Fortunatamente, però, nessuna città nel 2022, ad esclusione di Napoli fa registrare concentrazioni di NO2 maggiori al limite annuale per la protezione della salute umana. Per quanto riguarda le polveri, a Palermo il PM2,5 è in crescita sin dal 2020 arrivando al +8% dei valori medi rispetto al 2021.
Catania non solo è il più distante dall’obiettivo ma è anche tra le realtà urbane che scontano un grave deficit in tema di mobilità sostenibile. Catania è prima nella la classifica dei veicoli circolanti per mille abitanti con 792 automobili, seguita da Cagliari (690) e Reggio Calabria (689). Quarta e quinta posizione per Messina (679) e Palermo (637), ossia le altre due città metropolitane siciliane che rientrano nel gruppo di quelle analizzate a livello nazionale. Tra i Comuni con il minore tasso di motorizzazione ci sono, invece, Venezia (442), Genova (490) e Milano (504). La Sicilia primeggia, occupando i primi tre posti, se si prende in considerazione l’utilizzo di auto e moto. A Catania si arriva a 1017 mezzi ogni mille abitanti, Messina si ferma a 867 e chiude Palermo con 837. Tante vetture e davvero poche quelle a basse emissioni. Tra le città più green – tenendo conto di un campione di 100 mezzi – ci sono Bologna, con il 24,5 per cento, Venezia e Bari. A Catania la percentuale si ferma al 6,5 per cento ma fa peggio Messina con un poco edificante 5,4 per cento.
Determinante per la mobilità sostenibile è il trasporto pubblico locale con le reti di metropolitane, filobus e tram. Il rapporto, tra i vari aspetti analizzati, prende in considerazione i metri per mille abitanti. Catania, con la metropolitana soltanto, non essendoci tram e filobus, raggiunge i 23 metri, Messina i 35 metri con il tram e Palermo 24 metri. Per quanto riguarda le flotte di autobus ci sono Cagliari, Roma, Napoli e Catania “con una situazione ampiamente peggiore della media”, mentre viene indicata come positiva quella di Messina e Palermo con “meno del 30 per cento degli autobus più inquinanti” ossia quelli omologati fino a Euro 5, classificazione obbligatoria da fine 2007.
Dal rapporto appare evidente che tutte le città metropolitane, ma in particolare quelle siciliane, devono fare seri sforzi per raggiungere gli obiettivi. Tra questi c’è anche quello legato alla ripartizione modale delle città con un target al 2030 di 40 per cento di trasporto pubblico e 10 per cento di mobilità ciclabile. Nel primo campo, Palermo è al 28 per cento, Catania è ferma al 26 per cento e Messina ultima in Italia al 19 per cento. Non va meglio con la mobilità ciclabile. Catania raggiunge il 7 per cento, così come Palermo, mentre Messina non ha nessuna percentuale indicata nel grafico.
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