Fino alla prima metà del 20° secolo non si sapeva pressoché nulla come fronteggiare le epidemie. La consapevolezza cominciò ad emergere solo dagli anni ’30, ’40 e ‘50. A quell’epoca la scienza aveva raggiunto sufficiente esperienza e conoscenza da riuscire a difendere la nostra salute con mezzi tecnicamente adeguati: i vaccini. Nel campo della medicina si assistette quindi all’inizio della stagione di scoperte che andranno a beneficio di innumerevoli milioni di persone. I vaccini promettevano di liberare il mondo dalle malattie virali.
La parola vaccino deriva da una malattia dei bovini detta nel 18° e 19 secolo “Vaiolo vaccino”. Nel XVIII secolo le mungitrici erano un’icona di salute, sembravano le sole ad essere immuni dal Vaiolo. Un medico che esercitava nella campagna inglese, Edward Jenner (Berkeley, 17 maggio 1749 – Berkeley, 26 gennaio 1823) notò che queste donne contraeva la malattia in una forma più contenuta molto simile al Morbillo* detta all’epoca “Vaiolo vaccino”. Il medico Jenner, estrasse il virus delle pustole e lo usò per infettare un bambino sano di otto anni, James Phipps. Successivamente gli inoculò anche la variante umana del vaiolo. Il rischio era altissimo, ma l’operazione funzionò. La prima iniezione di “vaiolo vaccino” gli fece contrarre la malattia in forma lieve ma fu sufficiente perché il suo organismo sviluppasse anche una forma di immunità.
Oggi conosciamo più approfonditamente il nostro sistema immunitario. Sappiamo che è molto complesso che si basa su cellule funzioni molto diverse e il suo scopo principale come regola è di riconoscere ogni corpo estraneo e cercare di eliminarlo. Il sistema immunitario ha tre funzioni principali e sono sempre in attività: 1) gli anticorpi sono proteine che si legano alla guaina esterna del virus e lo inglobano fino a fagocitarlo; 2) i globuli bianchi o linfociti intervengono per distruggere le cellule infettati dal virus; 3) Una volta che il virus ci ha infettati, le cellule della memoria, dei particolari linfociti originatisi dopo la risposta immunitaria, lo riconosceranno immediatamente se dovessi aggredire nuovamente l’organismo.
È per questo che i vaccini sono così efficaci. L’organismo ricorda le caratteristiche del virus depotenziato inoculato tramite i vaccini ed è ora in grado di difendersi qualora si dovesse presentare il virus vero e proprio. Uno dei sistemi più comuni per produrre dei vaccini è farlo crescere in un organismo ospite innaturale. Gli embrioni di pollo, le uova, vengono utilizzati per l’incubazione di virus umani, quali la Febbre gialla, il Morbillo di Orecchioni e Influenza. Ogni anno il nuovo ceppo dell’influenza viene iniettato in delle uova e dopo diversi trasferimenti da uno all’altro, il virus si adatta per svilupparsi nelle uova, meglio che nelle cellule umane. Una volta iniettato nell’uomo, il virus sarà ancora abbastanza simile all’originale da produrre una reazione immunitaria, ma non così potente da scatenare la malattia. Oggi, a seguito della Covid-19 che di recente ha colpito tutto il mondo, la medicina moderna ha sviluppato una nuova stirpe di vaccino che detto semplicisticamente potrebbe definirsi “un messaggero di allerta”.
Purtroppo a volte i virus trovano il modo di aggirare il nostro sistema immunitario. Il virus dell’Influenza muta e cambia di aspetto. Per questo ogni anno si deve produrre un nuovo tipo di vaccino antiinfluenzale. Ma a volte il cambiamento è così radicale da non essere arginabile ed è in questo caso che si verificano le maggiori epidemie influenzali. Il sistema immunitario non riconosce l’influenza poiché non assomiglia a ciò che gli anticorpi hanno incontrato in precedenza.
La capacità di mutazione di un virus dipende dalla sua composizione. Se il suo materiale genetico rimane disposto nella classica doppia elica del DNA, allora il virus rimane abbastanza stabile da una generazione all’altra. Al momento di riprodursi, quando i filamenti di DNA si separano dall’origine a due nuovi corredi, una specie di sistema di controllo, verifica la forma delle nuove molecole per assicurarsi che le due copie siano identiche. I virus a DNA infatti, sono in grado di replicarsi con un sistema molto lineare che corregge i propri errori. Invece i virus a RNA invece non lo hanno questo sistema e ciò spiega perché siano così mutevoli. Questi virus cambiano in continuazione. È per questo che i virus a DNA come il vaiolo agiscono allo stesso modo, decennio dopo decennio. Invece, ogni anno ci serve un nuovo vaccino per i virus a RNA, come l’Influenza.
Anche il Coronavirus Sars-Cov-2 è un virus a RNA. I Coronavirus sono una grande famiglia di virus e possono causare diverse infezioni, dal comune raffreddore a malattie più gravi come la sindrome respiratoria del Medio Oriente (MERS) e la sindrome respiratoria acuta grave (SARS). I sintomi dipendono dal virus, ma i più comuni che colpiscono l’uomo includono problemi respiratori e febbre. Nei casi più gravi, l’infezione può portare a polmonite, sindrome respiratoria acuta grave (SARS), insufficienza renale e persino morte. Ricerche approfondite hanno dimostrato che sia il coronavirus SARS che il coronavirus MERS derivavano da virus animali e sono diventati patogenici per l’uomo. Diversi coronavirus noti circolano negli animali, ma non provocano patologie nell’uomo. Non risulta a rischio che il SARS-CoV-2 possa essere trasmesso da animali domestici.
Per nuovo Coronavirus si intende un nuovo ceppo di coronavirus che non è mai stato identificato prima nell’uomo. Il nuovo coronavirus (il cui nome scientifico è SARS-CoV-2), è un virus a RNA rivestito da un capside e da un peri-capside attraversato da strutture glicoproteiche che gli conferiscono il tipico aspetto a corona. Fa parte della grande famiglia dei Coronavirus ed è geneticamente collocato all’interno del genus Betacoronavirus, con un clade (antenato comune) distinto nel lineage B del sub-genus Sarbecovirus (un sottogenere di virus appartenente al genere Betacoronavirus) così come due ceppi Sars-like non umani (un coronavirus simile a quello SARS di pipistrello, a volte anche chiamato WIV1-coronavirus, è un ceppo di coronavirus correlato alla sindrome respiratoria acuta isolato da pipistrelli).
Nell’uomo il virus SARS-CoV-2 è in grado di causare la malattia chiamata COVID-19. La comparsa di nuovi virus patogeni per l’uomo, precedentemente circolanti solo nel mondo animale, è un fenomeno ampiamente conosciuto (chiamato spillover o salto di specie) e si pensa che possa essere alla base anche dell’origine del nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Al momento la comunità scientifica sta cercando di identificare la specie animale dalla quale è stato trasmesso il virus all’uomo. Sono considerate persone a rischio di sviluppare la malattia COVID-19 quelle che, negli ultimi quattordici giorni, si sono recate in zone in cui questa infezione si sta trasmettendo da persona a persona o che siano state a contatto con persone con infezione probabile o confermata in laboratorio da nuovo coronavirus SARS-CoV-2, o infine abbiano frequentato o lavorato in una struttura sanitaria dove siano ricoverati pazienti con infezione da SARS-CoV-2.
Le persone anziane e quelle con condizioni mediche preesistenti sembrano essere soggette a manifestazioni cliniche più gravi a seguito di infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Tuttavia, possono essere infettate dal virus (e contrarre malattie) persone di tutte le età. L’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2 può causare disturbi lievi, simil-influenzali, e infezioni più gravi come le polmoniti in una minoranza di casi. È opportuno precisare, in ogni caso, che poiché i dati attuali in possesso provengono principalmente da studi su casi ospedalizzati, e pertanto più gravi, è possibile che sia sovrastimata al momento la proporzione di casi con manifestazioni cliniche gravi. Ma lo potrà dire il tempo e nuovi studi.
Il virus responsabile della COVID-19 è un virus respiratorio e si trasmette da uomo a uomo principalmente attraverso le minuscole goccioline emesse con starnuti o colpi di tosse o portando le mani alla bocca, al naso o agli occhi dopo aver toccato superfici od oggetti contaminati di recente. Ad oggi non c’è alcuna evidenza scientifica di una trasmissione attraverso artropodi vettori, quali zecche, zanzare o altri insetti che succhiano il sangue, che invece possono veicolare altri tipi di virus (detti arbovirus), responsabili di malattie completamente diverse dalla COVID-19, come ad esempio la Dengue e la Febbre gialla.
Al momento non è disponibile un vaccino unico contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Quando si sviluppa una nuova malattia, un vaccino diventa disponibile solo dopo un processo di sviluppo che può richiedere tempo. I vaccini contro alcuni tipi di Polmonite, come il vaccino anti-Pneumococcico e il vaccino contro l’Haemophilus influenzae B (Hib), non forniscono protezione contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Ciò nonostante, questi vaccini sono indicati in categorie di popolazione a rischio per queste infezioni. Come anche allo stato attuale non ci sono evidenze scientifiche che l’uso dei farmaci antivirali prevenga l’infezione da nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Non esistono al momento terapie specifiche contro il nuovo coronavirus SARS-CoV-2. Vengono curati i sintomi della malattia (così detta terapia di supporto) in modo da favorire la guarigione, ad esempio fornendo supporto respiratorio. Al momento si stanno testando delle combinazioni di farmaci antiretrovirali, come quelli usati per l’HIV, per trattare i pazienti ricoverati. Gli antibiotici non funzionano contro i virus, ma solo contro i batteri. Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 è, per l’appunto, un virus e quindi gli antibiotici non vengono utilizzati come mezzo di prevenzione o trattamento, a meno che non subentrino co-infezioni batteriche.
*Il Morbillo è una malattia infettiva causata da un virus del genere morbillivirus. Molto contagiosa, colpisce spesso i bambini tra 1 e 3 anni, per cui viene detta infantile, come la Rosolia, la Varicella, la Pertosse e la Parotite. Si trasmette solo nell’uomo. I malati vengono isolati nel periodo di contagio. Una volta contratto, il morbillo dà un’immunizzazione teoricamente definitiva, quindi non ci si ammalerebbe più per l’intera durata della vita. Il morbillo è diffuso in tutto il mondo. È una delle più frequenti febbri eruttive, sebbene sia molto meno comune da quando è in uso la vaccinazione con richiamo. Nei Paesi a clima temperato, colpisce i bambini verso la fine dell’inverno e a primavera. In Italia la malattia deve essere obbligatoriamente notificata alle autorità sanitarie.
NOTA
Questo articolo, come altri precedenti e successivi anch’essi di solito divisi in puntate, fanno parte di un più ampio colloquio settimanale con i nostri lettori con i quali si cercherà, in modo generico, di occuparci di conoscenza, con un’esposizione semplice di ciò che ci dice la scienza moderna sui virus, affinché possiamo averne almeno una mera infarinatura complessiva.
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