L’organizzazione ecclesiastica cambiò volto nel 1919 quando il cardinale Francica Nava istituì le prime parrocchie nei comuni etnei
La Chiesa di Catania, ovvero la diocesi, non ha sempre avuto la struttura e fisionomia attuale. Intanto essa è documentata a partire dal V secolo, smentendo qualsiasi tesi che ne vuole collocare l’origine al vescovo Berillo che, secondo alcuni agiografi, sarebbe stato ordinato vescovo addirittura da san Pietro, dopodiché inviato in Sicilia nel 42 d.C. Scarsamente documentata durante il periodo bizantino, la sede vescovile del capoluogo etneo si estinse nel periodo della dominazione araba, per essere ricostituita da Ruggero il normanno. Questi le assegnò un vasto territorio con tutti i diritti feudali, per esercitarvi il pieno potere temporale. La bolla istitutiva di papa Urbano II reca la data del 9 marzo 1092. Le dinastie che seguirono i normanni concedettero altre concessioni e privilegi.
La diocesi catanese ebbe un rapido sviluppo al tempo del vescovo d’origine messinese Simone del Pozzo (1378-1397), già nunzio apostolico in Sicilia e visitatore della Chiesa di Roma. Sotto il suo episcopato fu restaurato il monastero delle suore benedettine, riscattato il castello di Aci (concesso ad Artale Alagona con censo annuo) e fondata l’opera magna alla quale si deve la costruzione del campanile del Duomo che nel 1388 fu dotato di una campana di 16.500 libre, il campanile e l’intero Duomo crollarono a causa del terremoto del 1693. Per essersi schierato con Artale, contro Martino il Giovane, nel 1395 il presule fu incarcerato ed espulso a Roma, dove morì nel 1397.
La diocesi riprese la sua vitalità grazie all’imperatore Carlo V ché elevò il feudo di Mascali a contea, concedendo al vescovo Nicola Caracciolo il titolo di conte, trasmissibile ai suoi successori, col diritto dell’esercizio del misto imperio. Tra il 1818 e il 1844 molti Comuni della diocesi furono scorporati a favore delle nuove diocesi di Caltagirone, Piazza Armerina, Nicosia e Acireale.
In quest’ultimo caso anche Paternò fu tenuta in considerazione per essere elevata a sede vescovile, ma contrasti interni nella Chiesa paternese ne compromisero l’erezione. In seguito alla bolla di papa Pio IX “Romana Ecclesia” del 4 settembre 1859, entrata in vigore il 17 aprile 1860, la diocesi catanese venne elevata ad arcidiocesi e immediatamente soggetta alla Santa Sede. Il primo arcivescovo fu mons. Felice Regano che assunse la cattedra nel 1839 e morì nel 1861.
L’organizzazione ecclesiastica nella diocesi di Catania è cambiata, nel senso voluto dal Concilio di Trento, solo nel 1919 quando il cardinale Giuseppe Francica Nava, fino allora unico parroco dell’arcidiocesi istituì le prime parrocchie anche nei Comuni etnei. Venticinque anni dopo ad esse, seguirono le parrocchie urbane istituite nel 1944 dal vescovo Carmelo Patanè. Oggi la diocesi conta oltre 150 parrocchie raggruppate in quindici vicariati, dei quali sette nella città di Catania e otto negli altri 25 comuni della diocesi.