Nel centro pedemontano grazie ad un progetto del Liceo “Concetto Marchesi” gli studenti incontrano regolarmente i coetanei provenienti da diversi Paesi
«Ma quella non è una migrante, è una bambina». Una frase espressa da una ragazzina di cinque anni che contestava un termine sentito in tv e che, con disarmante naturalezza, spazza in un solo istante anni di diffidenza, muri e barriere mentali sul fenomeno che sta cambiando la storia dei nostri anni: l’immigrazione. Barriere che non riescono ad erigersi quando si parla una stessa lingua che ha un alfabeto senza frontiere, come il gioco, la musica, le parole e, soprattutto, i sogni.
È quel che sta avvenendo da circa un mese a Mascalucia, dove gli studenti del Liceo “Concetto Marchesi” (classico, scientifico, industriale) sono coinvolti in un progetto extracurriculare che li ha portati a incontrare undici ragazzi loro coetanei, tutti minorenni, che hanno traversato da soli il Canale di Sicilia, per fuggire da guerre e miseria. A Catania, i ragazzi (di diversi Paesi africani) sono stati accolti da un struttura cattolica, Casa Horeb, in territorio di Mascalucia, comune dove frequentano lezioni pomeridiane alla media “Leonardo Da Vinci”; ad occuparsi di loro è una suora. Ma per difficoltà di diverso tipo, il progetto al momento vive alcune difficoltà che potrebbero rappresentare un ostacolo per il prosieguo stesso dell’attività. Pubblichiamo di seguito due testi redatti da alcuni studenti del “Concetto Marchesi”.
L’amicizia possibile fra i popoli
di Irene Mazzara
Nel mese di ottobre, gli alunni dell’istituto di istruzione superiore “Concetto Marchesi” di Mascalucia, hanno dato il via a un’attività di volontariato extracurricurale.
Gli studenti si sono recati presso il centro di accoglienza profughi sito a Massannunziata, dove hanno avuto l’occasione di conoscere undici ragazzi provenienti dall’Africa e approdati in Sicilia con gli sbarchi di maggio e luglio di quest’anno. Gli incontri, guidati dagli educatori del centro e dai professori referenti del progetto, hanno suscitato un grande entusiasmo da parte degli alunni, i quali si mostrano assolutamente motivati nel voler continuare quest’esperienza di incontro e scambio tra culture diverse.
Il progetto è stato accolto con gioia ancora maggiore da parte dei ragazzi ospiti del centro, assolutamente entusiasti di poter condividere delle ore di svago con persone a loro coetanee, in un periodo così difficile della loro vita.
Motivazioni politiche, economiche o religiose, infatti, li hanno costretti a scappare dal loro paese, affrontando un lungo viaggio in mare durante il quale hanno patito il freddo e la fame, rischiando la propria vita. Giunti in Sicilia, erano giovani spogliati dei loro affetti e del loro passato che hanno trovato un importante punto di riferimento nel centro che li ha accolti e che adesso chiamano casa.
In un periodo storico in cui sembra sempre più difficile un dialogo pacifico o un’amicizia tra popoli così diversi, nel territorio di Mascalucia, giovani ragazzi ci dimostrano con spontaneità che è possibile. Ci insegnano che stringere in un abbraccio una persona in difficoltà è un dovere dettatoci dalla nostra umanità e un diritto a cui non dovremmo mai rinunciare.
Purtroppo, però, in questi giorni la struttura che ospita i ragazzi si trova a fronteggiare difficoltà che potrebbero rappresentare un ostacolo nel proseguimento dell’iniziativa.
Gli studenti del Marchesi e i loro insegnanti auspicano a poter continuare il cammino iniziato e sperano, inoltre, che i loro amici non vengano privati del luogo che ormai considerano la loro “nuova casa”.
I ragazzi di Casa Horeb. Il pregiudizio è un’opinione senza giudizio
di Fabrizio Campo e Sergio Signorello
Nei pressi di Massannunziata, di fronte al PIME, si trova una dei pochi centri d’accoglienza per migranti dell’Hinterland catanese, casa Horeb. La struttura, precedentemente adibita all’accoglienza di gruppi di pellegrini, dal 28 maggio 2016 costituisce il centro di vita di undici migranti minorenni fuggiti dall’Africa, accompagnati nel loro percorso d’integrazione in Italia dalla direttrice della casa Suor Piera e da un gruppo di volontari quotidianamente al loro fianco.
Durante il periodo estivo ai ragazzi è stata data la possibilità di svolgere attività formative nel corso della settimana, con un piano di studi pensato appositamente per loro all’interno della struttura: lezioni elementari di italiano nella mattinata e nelle ore pomeridiane corsi di ceramica e cucina.
Dal 3 ottobre, invece, i ragazzi di casa Horeb hanno l’opportunità di studiare la lingua italiana nelle ore pomeridiane presso l’Istituto Comprensivo “Leonardo da Vinci” di Mascalucia: la prima realtà scolastica con cui sono venuti a contatto, ma non l’ultima.
Al Liceo “Concetto Marchesi” si svolge, da diversi anni, il progetto Namastè, iniziativa che ha sempre avuto come obiettivo la solidarietà e la sensibilità verso tematiche spesso evitate. Quest’anno il progetto, supervisionato dalle professoresse Pennisi, Chiavaroli, Botta, Sferrazza, Cotzia, Cullurà e Pagano, coinvolge più di 70 studenti che hanno avuto la possibilità di incontrare i ragazzi di Casa Horeb e instaurare con loro rapporti di amicizia che superano l’ostacolo del colore della pelle.
Dopo alcuni incontri preliminari, nel corso dei quali il numero dei partecipanti del “Concetto Marchesi” andava sempre più aumentando, il progetto è ufficialmente iniziato il 22 ottobre con una grande festa nella struttura di Massannunziata all’insegna dell’amicizia, tra giochi, musica e divertimento.
Entrare in contatto con nostri coetanei, provenienti da una realtà totalmente diversa da quella che conosciamo (o che vogliamo conoscere) apre davanti a noi una nuova prospettiva, una vita che va oltre alle banalità di cui ci lamentiamo ogni giorno: siamo testimoni di storie di vite strappate alla loro terra, storie di ragazzi provenienti dal Malì, dal Gambia, dalla Costa D’Avorio, dal Togo, dalla Nigeria e dal Ghana che hanno avuto il coraggio di lasciare tutto (famiglia, amici…) per cercare un futuro migliore.
Dovremo essere onorati di poter conoscere persone così coraggiose, che hanno visto e affrontato il peggio ma nonostante tutto riescono a portare allegria nella vita di chiunque gli stia accanto, che ci trascinano facendo in modo che ogni ora passata con loro ci renda più umani, più felici, più consapevoli dell’importanza della vita e delle sue priorità.Di fronte a ragazzi così, siamo noi i veri stranieri che hanno tutto da imparare!