Svelato il motivo della visita delle Iene ad Adrano: andata in onda nella puntata di ieri l’intervista al maresciallo adranita Moschitta sulla questione rifiuti radioattivi e la misteriosa morte del capitano De Grazia
“La nave radioattiva nascosta nel nostro mare”. Questo il titolo e l’argomento del servizio andato in onda domenica 13 novembre durante la puntata del programma televisivo “Le Iene” che ha visto il prezioso contributo di un adranita, il maresciallo dei Carabinieri ormai in pensione Nicolò Moschitta, attuale presidente dell’associazione Pro Loco di Adrano. Solo pochi giorni fa una troupe del famoso programma di inchiesta di Italia 1 era stata avvistata nella centralissima piazza Umberto, ma nessun dettaglio era trapelato finora.
Svelato dunque ieri sera il motivo della visita: ad essere approfondita dall’inviato/iena Giulio Golia la spinosa questione della nave Rigel, la cosiddetta “nave dei veleni”, che il 21 settembre 1987 a largo di Capo Spartivento in Calabria affondò, secondo l’ipotesi investigativa in maniera dolosa, per nascondere il carico di rifiuti radioattivi.
In particolare, viene affrontato il nodo irrisolto riguardante la misteriosa morte del capitano Natale De Grazia, capo della squadra che ai tempi indagava sulla Rigel. Figura chiave in questa storia è quella del maresciallo Nicolò Moschitta, che fece parte del pool investigativo e fu l’ultimo uomo ad aver visto vivo De Grazia.
Durante la lunga e intensa intervista alle Iene, Moschitta ha raccontato cosa successe quella sera del 12 dicembre 1995 in cui il capitano De Grazia trovò la morte, dapprima archiviata come “decesso per arresto cardiocircolatorio” ma in realtà avvenuta per avvelenamento, come dichiarato dalla Commissione ecomafia nel 2013.
Una morte sconvolgente, quella di De Grazia, un tentativo non troppo velato di mettere a tacere un uomo e le delicate indagini che stava portando avanti, le quali infatti furono bloccate, che si inscrive tra i misteri irrisolti del nostro Paese e che spinse il maresciallo adranita a produrre e firmare un’informativa – ovvero un documento ufficiale contenente tutti gli atti dell’indagine e le dichiarazioni personali – sul caso De Grazia, ultimo coraggioso atto della sua carriera.
Non molto purtroppo è cambiato da allora: tutt’oggi il mistero è irrisolto e nessuna risposta chiara è stata data circa il disastro ambientale che potrebbe scaturire dall’”esplosione” delle tante navi contenenti sostanze tossico-radioattive che, insieme alla Rigel, potrebbero essere state affondate nel mar Ionio. Il servizio si conclude con l’esortazione di Giulio Golia “Chi sa parli!”, così come fece allora il maresciallo Moschitta il quale oggi, attraverso la sua testimonianza, ha dato esempio di coraggio e amore per il bene del proprio Paese.