Per il Papa l’acqua non è una merce e per le Nazioni Unite il Valore dell’acqua non è nella sua
monetizzazione. Eppure la politica italiana parla solo di soldi. Un miliardo di persone sul
pianeta vivono in insediamenti informali e ripari di fortuna. La comunità internazionale è
impegnata nel riconoscergli l’accesso all’acqua e ai servizi igienico sanitari. In Italia la politica
invita tutti a lavare le mani per difendersi dal Covid, ma per Rom, Sinti, migranti e senzatetto è
impossibile, poiché leggi discriminatorie gli negano l’allaccio idrico.
La campagna per l’abrogazione di queste norme disumane è sostenuta da personalità di
rilievo: Mario Martone, Giobbe Covatta, Moni Ovadia, Gerard Seeberger, Paolo Maddalena,
Alfonso Pecoraro Scanio, Rosario Trefiletti e tanti altri. Il Consiglio Nazionale Forense ha
inviato al Governo una richiesta per correggere la legislazione.
“Alle parole seguano i fatti – afferma Benedetto Bruno portavoce regione Sicilia del
Movimentoblu – oggi la politica parla di diritto all’acqua per accreditarsi, ma le norme
discriminatorie da abrogare non sono un tema all’ordine del giorno né del Governo né del
parlamento”
“A dieci anni dal referendum del 2011 – incalza l’ing. Bruno – molti parlamentari per l’acqua
pubblica si sono convertiti alle lobby, hanno privatizzato le fonti del centrosud e favoriscono
le dinamiche aggregative, per fare spazio alle multinazionali francesi”.
“Il sistema idrico nazionale è vulnerabile – dichiara Benedetto Bruno, – dobbiamo ripararlo e
ammodernarlo con grande attenzione alla sicurezza nazionale”