Ergastolo e 30 anni dal Tribunale di Catania per le esecuzioni di Salvatore Leanza (in una faida) e di Maurizio Maccarrone (passionale)
Due condanne per omicidio nel volgere di poche ore, per il 44enne Antonio Magro (noto col nomignolo “u rannazzisi”), legato al clan Morabito Rapisarda di Paternò. La prima condanna all’ergastolo, due giorni fa, per l’assassinio di Salvatore Leanza, avvenuto il 27 giugno del 2014 a Paternò e maturato all’interno di una faida di mafia. La seconda, ieri, con la quale la Corte d’assise d’appello di Catania, accogliendo la richiesta del Procuratore generale di Catania, Francesco Paolo Giordano, ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione, inflitta in primo grado col rito abbreviato, per Magro accusato di essere il mandante dell’omicidio del 43enne Maurizio Maccarrone, ucciso il 14 novembre 2014 davanti alla sua abitazione di Adrano con 5 colpi di pistola, il tutto sotto l’occhio di una telecamera.
Mentre nel caso dell’uccisione di Leanza il movente si inquadra all’interno delle dinamiche fra clan, il secondo ha una base passionale: Maccarrone, lontano da ambienti mafiosi, è stato eliminato solo perché legato sentimentalmente con l’ex di Magro. I presunti esecutori materiali, Massimo Merlo e Massimo Di Maria, sono a processo col rito ordinario. Le indagini si sono avvalse delle dichiarazioni di un pentito e di un circuito di videosorveglianza che ha ripreso la scena del delitto.
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