La Corte di Cassazione ha confermato in maniera definitiva – pochi minuti fa – la condanna all’ergastolo nei confronti dell’adranita Nicola Mancuso, ritenuto colpevole di aver commesso l’omicidio della 19enne biancavillese Valentina Salamone trovata priva di vita all’interno di una villetta in zona vigne ad Adrano il 24 luglio 2010. Una vicenda giudiziaria contorta ed intrigata, quella legata alla morte di Valentina, che in questi quasi12 anni è stata portata avanti con forza e determinazione dalla famiglia della giovane biancavillese – sempre in prima linea a chiedere giustizia – e dal loro legale Dario Pastore.
“Sono soddisfatta perché finalmente giustizia è stata fatta” ha commentato a caldo ad Yvii24 Claudia Salamone, sorella di Valentina. “Questo è solo la chiusura di un primo capitolo perché adesso, non dimentichiamo, bisogna individuare il secondo autore di questo omicidio”.
La vicenda giudiziaria sulla morte di Valentina Salamone era stata inizialmente archiviata come suicidio, considerato che la ragazza fu trovata impiccata all’esterno della villetta. Una versione che non andò giù alla famiglia, che chiese la riapertura del caso con la Procura Generale che prese in mano le indagini che portarono poi al rinvio a giudizio di Mancuso, nel mese di ottobre 2016, con l’accusa di omicidio pluriaggravato. Nicola Mancuso, che intratteneva una relazione extraconiugale con Valentina Salamone, è stato chiamato in causa anche da un pentito belpassese, il boss Aldo Navarria, il quale avrebbe raccolto la sua ammissione di colpevolezza: “E che dovevo fare… meglio la sua che la mia famiglia”. Poi le due sentenze di primo e secondo grado ed oggi il giudizio definitivo.
Chiuso il capitolo “Mancuso” a rimanere aperto, così come detto anche dalla sorella di Valentina, sarà ancora il filone di “Ignoto 1”, ovvero del presunto complice che avrebbe aiutato Nicola Mancuso nell’omicidio della giovane Valentina. A far sospettare la presenza di un complice, sono alcune tracce genetiche giudicate “importanti”, ritrovate sotto le scarpe della giovane Valentina e sulla scena del crimine. Proprio su queste tracce gli inquirenti starebbero indagando in maniera serrata per dare un volto ed un nome al presunto complice di Mancuso, facendo così aprire nuovi scenari all’interno di una vicenda giudiziaria lunga quasi 12 anni.