Un sms del presidente Pappalardo ha riscontrato una vera e propria gara di solidarietà
Una vera e propria maratona della solidarietà, quella che si sta diffondendo a macchia d’olio a Paternò, dopo un messaggio inviato dal presidente dell’Apas, Salvo Pappalardo. Poche righe ma intrise di amore per il prossimo, quello che non ha né colore di pelle, né nazionalità, che da sempre hanno contraddistinto il mondo del volontariato locale: “Servono urgentemente per stranieri che dormono in luoghi di fortuna: coperte, stufe elettriche, scarpe uomo, giubbotti, maglioni,pantaloni, intimo uomo. Vi prego di aiutarci, la nostra sede è aperta tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00. Grazie e diffondete tra i vostri amici.”
Il tutto per far fronte ad una esigenza umanitaria che si consuma, quotidianamente, nel silenzio più assordante, a pochi passi dalla sede di via Verga, ed in particolare in contrada Ciappe Bianche dove sorgono due vere e proprie baraccopoli che tra spazzatura, eternit, materiale edile abbandonato ed elettrodomestici in disuso, danno riparo a ad una settantina di immigrati che sperano di poter guadagnarsi da vivere attraverso il loro operato nei campi, per la raccolta agrumicola. Anche se, per vivere dignitosamente, non possono bastare i 50/70 centesimi – in nero – a cassetta con cui vengono retribuiti. A questi si aggiungono anche un centinaio di altri immigrati che trovano riparo dentro una galleria ormai dismessa della ferrovia. Per questi lavoratori, oltre al danno la beffa. È infatti una voce comune, quella raccolta, che oltre a lamentare irrisorie cifre di retribuzione, denunciano ritardi nei pagamenti da parte dei loro “caporali”.
Un vero e proprio caporalato, quello che apparentemente giustificato da situazioni di estrema povertà, induce diversi datori di lavoro a sfruttare tale manodopera a costi irrisori. Il profilo dei migranti presenti è quello di giovani uomini, tra i 18 ed i 25 anni, come confermato anche dal presidente Salvo Pappalardo dell’Apas Patenò, di nazionalità marocchina, con diploma e che spera di poter raggiungere, finita la campagna di raccolta agrumi, i paesi europei del nord come la Francia e la Germania, alla ricerca dell’El Dorado che non c’è. Ad oggi, l’associazione paternese, è riuscita ad aiutare circa 35 persone, ma il tutto risulta ancora solo come una goccia nell’immenso oceano della carità e dell’accoglienza.