L’uomo ha possedimenti anche a Biancavilla, Belpasso, Ramacca. Il provvedimento segue il sequestro avvenuto nel luglio del 2017
Beni per un valore complessivo di dieci milioni di euro sono stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia di Catania a Rosario Di Perna, imprenditore agricolo di Paternò con possedimenti a Paternò, Biancavilla, Belpasso, Ramacca (in provincia di Catania), e Floresta e Patti (in provincia di Messina). La confisca, che è stata disposta dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale etneo, segue il sequestro del luglio 2017.
Rosario Di Perna, nel marzo del 2015, assieme al figlio Calogero e ad alcuni romeni, fu arrestato nel corso dell’operazione “Slave”. L’accusa parlava di costituzione di associazione per delinquere che reclutava manodopera romena per l’impiego nelle campagne di Paternò, in assenza delle garanzie minime di tutela dei lavoratori. Tra le accuse, violenze e minacce, implicite ed esplicite, fino a reati di estorsione legati a un sistema di caporalato.
Dopo l’arresto, la Dia di Catania, guidata dal primo dirigente della Polizia Renato Panvino, ha svolto accertamenti patrimoniali non solo sul conto di Rosario Di Perna, ma anche su familiari e sul figlio Calogero, titolare di un’impresa e cointeressato in una società inserita nel settore del commercio all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Il patrimonio oggetto della confisca comprende un’impresa individuale ed una società del settore agricolo, rapporti bancari, immobili in provincia di Catania e Messina e una decina di automezzi.